Italia, il Ministero dell’Ambiente apre nuovamente al nucleare

Nonostante l’ampio scetticismo, nel dibattito italiano si parla sempre più spesso dell’idea di un ritorno al nucleare. Nonostante i numerosi problemi il Governo di Roma ci pensa, conscio probabilmente del fatto che, senza l’atomo, difficilmente si potranno raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione a lungo termine. 

Il 21 settembre il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha annunciato in Senato che “si è svolta la prima riunione della Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile. La Piattaforma, con il supporto di ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e RSE (Società Ricerca sul sistema energetico), si pone l’obiettivo di definire, in tempi certi, un percorso di ripresa del nucleare in Italia”.

L’obiettivo è fare il punto sulla filiera industriale che già opera nel settore e valutare le opportunità di crescita della stessa. Poi sarebbero tracciate le linee guida per  “coordinare gli sviluppi delle nuove tecnologie nucleari nel medio e lungo termine”, con l’obiettivo finale fissato tra il 2030 e il 2050.

Il futuro del nucleare in Italia sarebbe non certo un’alternativa ma un completamento alle rinnovabili, un modo cioè per stabilizzare l’erogazione di energia e la gestione della rete visto che solare ed eolico sono, per loro natura, intermittenti.

“L’Italia deve continuare a essere protagonista nei grandi progetti internazionali, sia di fissione che di fusione, in cui sono coinvolte aziende nazionali, anche con commesse rilevanti. Vogliamo sdoganare il tema a livello nazionale – ha spiegato il Ministro Pichetto Fratin – Non si tratta di proporre centrali nucleari di grande taglia, ma di valutare le nuove tecnologie sicure, come gli Small Modular Reactor (Smr, ovvero piccoli reattori modulari) e i reattori nucleari di quarta generazione (Amr)”.