Il premier kazakho, Olzhas Bektenov, ha insistito sulla costruzione di due nuovi maxi impianti per la liquefazione del gas naturale
Il primo ministro del Kazakhstan, Olzhas Bektenov, ha incontrato il vicepresidente esecutivo della compagnia energetica britannica Shell, Peter Costello, con il quale ha discusso dei “progetti per l’espansione del giacimento onshore di petrolio di Karachaganak”. Nel corso dei colloqui il premier Bektenov ha confermato l’obiettivo di mantenere la produzione di greggio a un livello minimo di 11 milioni di tonnellate l’anno.
Situato nella parte nord-occidentale del Kazakistan, Karachaganak è un vasto giacimento che produce petrolio, condensati e gas naturale. Sin dalla sua apertura, la capacità di produzione si è potenziata costantemente grazie all’installazione di nuove strutture di reiniezione di gas, che si aggiungono a quelle già esistenti. Attualmente a Karachaganak è prodotto il 49% di tutto il gas naturale del Kazakhstan e il 16% di petrolio e di altri idrocarburi liquidi. Il progetto è realizzato da un consorzio internazionale, Karachaganak Petroleum Operating BV, composto di Shell ed ENI (29,25% per ciascuna delle due società), Chevron (18%), Lukoil (13,5%) e Kazmunaigaz (KMG) con il 10 per cento.
Per aumentare l’output Costello è andato d’incontro alla richiesta del Governo kazakho di installare il più presto possibile alcuni nuovi potenti compressori nonché di valutare la costruzione – a spese degli azionisti – di un impianto per la liquefazione del gas naturale con una capacità produttiva stimata in 4 miliardi di metri cubi l’anno. Inoltre Bektenov e Costello hanno discusso anche della situazione attuale e delle prospettive di sviluppo di Kashagan, il secondo giacimento più importante del Kazakhstan situato nelle zona offshore del Mar Caspio. Nel 2023 il giacimento di Kashagan ha prodotto 18,77 milioni di tonnellate di petrolio e 11,86 miliardi di metri cubi di gas. Anche in questo caso il Kazakhstan ha chiesto di costruire un impianto per il trattamento del gas. Il premier kazakho ha sottolineato che la priorità del suo “aumentare la quota di partecipazione di attori locali nella realizzazione dei progetti”.
I temi legati al potenziamento delle capacità produttive dei giacimenti di idrocarburi, si trovano sempre al centro dell’attenzione delle autorità del Kazakhstan. L’8 giugno scorso il presidente del Kazakistan, Kassym-Jomart Tokayev e l’amministratore delegato di ENI, Claudio Descalzi, si sono incontrati ad Astana per discutere delle attività di ENI in corso, dei progetti futuri e delle iniziative di decarbonizzazione nel Paese centroasiatico. Descalzi ha illustrato a Tokayev la strategia di ENI di valorizzazione del gas di Karachaganak e Kashagan per soddisfare la domanda del Paese, oltre a dare ulteriore impulso agli investimenti in rinnovabili per la transizione energetica.
A seguito dell’incontro la società di Stato kazakha Kazmunaygaz, partner di ENI Karachaganak, hanno annunciato un progetto congiunto per la realizzazione di una centrale elettrica “ibrida rinnovabili-gas” da 250 MW in Zhanaozen, regione di Mangystau, sugellato da un accordo firmato tra le due società. Il progetto, il primo nel suo genere in Kazakhstan, prevede un impianto fotovoltaico, uno eolico e uno a gas per la produzione e la fornitura di energia elettrica decarbonizzata e stabile alle società controllate di Kazmunaygas, presenti nell’area.