Il presidente dell’Azerbaigian, Ilkham Aliev, ha alzato personalmente la bandiera dell’Azerbaigian. Più di 100.000 abitanti dell’ex repubblica secessionista armena erano fuggiti verso il territorio dell’Armenia
La bandiera dell’Azerbaigian sventola sulla capitale della ex repubblica autoproclamata armena del Nagorno Karabakh. La città, che gli armeni avevano chiamato Stepanakert, ora si chiama in lingua azera Khankendi, il “villaggio di khan”. A issarla è venuto di persona il presidente dell’Azerbaigian, Ilkham Aliev. Nel corso di una cerimonia solenne il presidente dell’Azerbaigian, vestito in tuta mimetica militare, ha dichiarato che finalmente “la bandiera dell’Azerbaigian sventola su tutti gli ex territori occupati che sono ritornati in seno alla patria”.
L’Azerbaigian ha riaffermando il proprio controllo sulla regione contesa tra le due repubbliche ex sovietiche del Caucaso in seguito a un’operazione militare lampo nel corso della quale le unità paramilitari della repubblica separatista armena – chiamati da Aliev “forze di occupazione” – sono state costrette a deporre le armi. L’attacco azero è costato la vita ad alcune decine di persone, tra cui 6 soldati peacekeeper russi, e ha costretto a fuggire verso l’Armenia oltre 100.000 persone, ovvero praticamente tutta la popolazione di etnia armena del Nagorno Karabakh.
Aliev ha sottolineato che l’integrità territoriale dell’Azerbaigian è stata “pienamente ripristinata come avevano stabilito le quattro risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. Molti Paesi del mondo, tra cui la Russia, le organizzazioni internazionali dall’Assemblea generale dell’ONU, al Movimento dei Paesi non allineati, al Consiglio d’Europa e al Parlamento europeo hanno riconosciuto il Nagorno Karabakh come “parte integrante” del territorio nazionale dell’Azerbaigian.