La carenza di manodopera qualificata, un nuovo grave problema della Germania

Nel Paese mancano 570.000 lavoratori altamente qualificati. Se li avessero tutti, le aziende tedesche guadagnerebbero quest'anno 49 miliardi di euro in più.

Galina Kolev-Schaefer

“Officine senza meccanici, cantieri senza elettricisti e case di riposo senza badanti: in tutta la Germania c’è carenza di lavoratori qualificati. Di conseguenza, l’economia tedesca sta perdendo molto denaro. Senza la carenza di lavoratori qualificati, le aziende potrebbero generare 49 miliardi di euro in più quest’anno a pieno regime”. A questa conclusione sono arrivati gli autori di un nuovo e quanto inquietante studio dell’Istituto economico tedesco (IW), del titolo “Fachkräftemangel: Wirtschaft verliert 49 Milliarden Euro” (Mancanza di manodopera qualificata: l’economia perde 49 miliardi di euro).

Secondo l’indagine, nel 2023, infatti, in tutti i settori dell’economia della Germania i professionisti non sono riusciti ad occupare 570.000 posti di lavoro vacanti. E questo nonostante il fatto secondo cui “lo scorso anno in Germania il numero totale di lavoratori ha raggiunto quota 45,9 milioni di persone, un numero mai visto prima”. Eppure c’è una carenza di lavoratori qualificati in tutti i settori. “Per le aziende – hanno sottolineato gli autori del rapporto –  questo significa che il loro potenziale produttivo si sta riducendo”. Vale a dire che le aziende tedesche potrebbero produrre di più, ma manca la manodopera qualificata. Per calcolare il “buco” finanziario in termini di perdita di produzione, gli autori dello studio, gli economisti, Alexander Burstedde e Galina Kolev-Schaefer, hanno utilizzando il “Global Economic Model” di Oxford Economics. Vale a dire che i “costi calcolati si riferiscono solo alla perdita di produzione e non alle perdite indirette, causate dalla carenza di manodopera qualificata, tra cui lo stress dei lavoratori, provocato dal lavoro straordinario, oppure le perdite causate dalle tecnologie innovative, introdotte in ritardo rispetto alla concorrenza”.

Infine poiché i cosiddetti “babyboomer”, ovvero i lavoratori nati tra gli anni ’50 e gli anni ’60 del Ventesimo secolo, andranno in pensione nei prossimi anni, il divario di competenze è destinato ad aumentare ulteriormente in futuro. Secondo i calcoli dell’Istituto tedesco, infatti, il costo della carenza di manodopera salirà in Germania a 74 miliardi di euro già nel 2027.

In realtà il problema riguarda non solo la Germania, ma la maggior parte dei Paesi dell’Unione europea. In questo contesto la concorrenza tra la Germania e i “rivali”, in primis la Francia, diventa sempre più serrata. Domani (il 13 maggio, per chi legge) il presidente francese, Emmanuel Macron, accoglierà alla reggia di Versailles il Settimo summit annuale “Choose France” (Scegliete la Francia), al quale parteciperanno investitori e dirigenti di aziende e di multinazionali. Secondo quanto riferisce l’Eliseo, in questa edizione dovrebbe essere annunciato l’afflusso “da record” di investimenti diretti esteri (IDE) verso l’economia francese. Nel 2023 al Forum precedente, erano stati firmati accordi per un valore complessivo di 13 miliardi di euro. Secondo i dati dell’agenzia Ernst&Young, “nel 2023 la Francia è stata per il quinto anno consecutivo il primo Paese europeo in termini di investimenti stranieri”, davanti al Regno Unito e alla martoriata Germania.

Per scaricare il rapporto dal sito di Pluralia (PDF in lingua tedesca), ecco il link