La Cina entra in deflazione. Nel mese di luglio i prezzi al consumo sono scesi dello 0,3 per cento su base annua secondo quanto dichiarato dall’Ufficio Nazionale di Statistica.
Per Pechino è il primo caso di deflazione dall’inizio del 2021, un fatto che capita proprio quando la seconda economia mondiale sta implementando misure per rilanciare la domanda e mentre crescono le pressioni perché siano lanciate misure dirette per stimolare l’economia.
Dopo un primo trimestre del 2023 dinamico, la ripresa cinese post-pandemica sta rallentando e le cause sono da ricercare in una domanda interna debole e parimenti fiacca è la domanda estera, come dimostrato anche dagli ultimi dati relativi a import ed export. Il risultato è un calo dei prezzi finalizzati a svuotare i magazzini della “manifattura del mondo”.
Secondo alcuni analisti una delle principali cause di questa situazione è da ricercarsi nella crisi ormai acclarata del mercato immobiliare che conta un quarto del PIL del Dragone e che sta contribuendo allo shock deflazionistico, proprio mentre tutto il resto del mondo sviluppato è invece alla prese con un’elevata inflazione.
Nel frattempo anche l’indice dei prezzi alla produzione è diminuito per il decimo mese consecutivo, con un calo del 4,4% dopo essere sceso del 5,4% a giugno.