Per molti osservatori internazionali in realtà il Paese balcanico è ancora politicamente diviso in due
La Commissione europea ha raccomandato l’apertura dei negoziati di adesione alla UE con la Bosnia-Erzegovina. La decisione segue quella del dicembre del 2022 quando il Consiglio europeo aveva concesso lo status di “candidato” al Paese dei Balcani. “Da allora – si legge in un comunicato dell’Unione europea – l’impegno pubblico della leadership politica verso l’obiettivo strategico dell’integrazione europea è stato portato avanti da importanti riforme che hanno dato risultati positivi. La Bosnia-Erzegovina ha dimostrato un forte impegno a portare avanti le riforme in sospeso da tempo”.
In particolare è stata approvata una legge anti riciclaggio e sono stati fatti passi in avanti nella lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo. Il Paese lavora per migliorare la gestione della migrazione. La Commissione sottolinea anche come il Paese abbia mantenuto un allineamento alla politica estera dell’Unione europea “in questi tempi di turbolenze geopolitiche”. Ma come hanno notato molti analisti internazionali in realtà il Paese balcanico è ancora politicamente diviso in due: una parte, dominata dalla popolazione serba è più vicina a Mosca, mentre una croato-bosniaca è più vicina all’Occidente.
“In poco più di un anno sono stati compiuti più progressi che in un intero decennio – ha commentato Ursula von der Leyen, presidente della Commissione UE -. Naturalmente sono necessari ulteriori progressi per entrare nell’Unione, ma il Paese sta dimostrando di poter soddisfare i criteri di adesione e le aspirazioni dei suoi cittadini di far parte della nostra famiglia. Questo è il motivo per cui raccomandiamo al Consiglio di aprire i negoziati di adesione con la Bosnia-Erzegovina. E per questo raccomandiamo che il Consiglio adotti il quadro negoziale una volta che la Bosnia-Erzegovina avrà compiuto ulteriori passi in linea con la relazione della Commissione. Il futuro della Bosnia-Erzegovina è nella nostra Unione”. La questione andrà al vaglio del Consiglio Europeo il 21-22 marzo. Gli altri Paesi che hanno in corso trattative per entrare nell’Ue ci sono Albania, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia.