Anche il leader di Hamas Ibrahim Al-Masri nel mirino dei giudici
La Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto per Benjamin Netanyahu. Oltre che per il primo ministro di Israele mandati anche per Yoav Gallant ex ministro della difesa sono accusati di crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi a Gaza. Nel mirino della Corte c’è anche Ibrahim Al-Masri, un leader di Hamas.
Nella decisione i giudici spiegano che sussistono ragionevoli motivi per ritenere che Netanyahu e Gallant siano penalmente responsabili di omicidio, persecuzione e morte per fame come arma di guerra nell’attacco contro la popolazione di Gaza. Per quanto riguarda Masri (Israele ha dichiarato di aver ucciso a luglio ma non c’è mai stata conferma da parte di Hamas) l’accusa è relativa alle uccisioni di massa perpetrate durante gli attacchi del 7 ottobre 2023 contro Israele, a queste si aggiungono le accuse di stupro e la presa di ostaggi.
Sdegnate le reazioni che arrivano da Israele. Un comunicato dell’entourage di Netanyahu spiega che “La decisione antisemita della Corte penale internazionale equivale al moderno processo Dreyfus. Israele respinge con disgusto le azioni e le accuse assurde e false contro di lui da parte della Corte Penale Internazionale, che è un organismo politico parziale e discriminatorio”. Il presidente di Israele, Isaac Herzog, ha invece affidato il suo commento al social media X spiegando che “Questo è un giorno buio per la giustizia. Un giorno buio per l’umanità. Presa in malafede, l’oltraggiosa decisione della Corte penale internazionale ha trasformato la giustizia universale in uno zimbello universale. Si fa beffe del sacrificio di tutti coloro che lottano per la giustizia, dalla vittoria degli Alleati sui nazisti a oggi”.
Difficilmente questo atto porterà nella pratica a un arresto visto che la Corte non ha di una propria forza di polizia e si affida sui 124 stati che aderiscono per eseguire gli arresti e ha mezzi limitati per far eseguire le sue sentenze.