Continua a preoccupare l’economia della Germania. Il Paese guida dell’Unione Europea è in affanno e oltre ai numeri preoccupanti ci sarebbe un grosso problema legato ai conti pubblici.
L’industria tedesca non riesce a uscire dalla crisi e il secondo trimestre si è rivelato peggiore delle aspettative. Secondo quanto riporta Eurostat la produzione industriale, dopo il -1,4% di giugno, a luglio è scesa dello 0,8%, più di quanto stimato (0,5%) mentre su base annua si registra un – 2,25% . A determinare la situazione ci sarebbero la contrazione della domanda, in particolare quella cinese, oltre agli alti tassi di interesse. Il PIL tedesco sarà a crescita zero nel secondo trimestre del 2023 rispetto al periodo gennaio – marzo e su base annua è dato in contrazione dello 0,4%.
Nel frattempo un tegola è arrivata dalla Bundesrechnungshof (la Corte dei Conti di Berlino): il Governo guidato da Olaf Scholz avrebbe infatti presentato un quadro irreale delle condizioni finanziarie del paese. Lo riporta Il Sole 24 Ore che spiega come sarebbero stati trasferiti impegni finanziari pluriennali all’interno di società create ad hoc per “redistribuire una massa di crediti tra un’ampia gamma di investitori. Una mossa in totale contrasto con le regole europee perché questi fondi devono essere invece contabilizzati nelle finanze pubbliche”, spiega il quotidiano finanziario. Il Governo avrebbe esteso ad altri scopi la destinazione d’uso del fondo speciale per le Forze armate da 100 miliardi e avrebbe spostato in veicoli finanziari anche i 212 miliardi per la lotta ai cambiamenti climatici e la riconversione energetica. Un modo, secondo la Corte dei Conti, per nascondere il vero stato dei conti del Paese.
Nell’occhio del ciclone c’è il Ministro delle finanze Christian Lindner, noto per essere un “falco dell’austerity” visto che ha a più riprese sostenuto una linea “rigorista” presso l’Unione Europea oltre ad avversare apertamente il debito comune europeo pensato per aiutare i paesi più deboli.