Cindy McCain del Programma alimentare mondiale spiega che la maggioranza delle persone in stato di bisogno sono irraggiungibili
Migliaia di vittime, il maggior numero di sfollati a livello globali la fame. Il Sudan non ha pace a causa dei conflitti che da 11 mesi vedono opposti l’esercito e forze paramilitari.
Secondo Cindy McCain, responsabile del Programma alimentare mondiale (PAM) dell’ONU: “La guerra in Sudan rischia di innescare la più grande crisi alimentare del mondo”. Lo ha spiegato al termine di una visita in loco avvertendo che “Sono in gioco milioni di vite e la pace e la stabilità di un’intera regione”.
La guerra, oltre a causare vittime dirette e a distruggere il tessuto socio economico, ha costretto intere comunità a lasciare le proprie abitazioni. Oggi la sicurezza alimentare di oltre 25 milioni di persone in Sudan e nei due Pasi dove la gente sta fuggendo per la guerra e la carestia, il Sud Sudan e il Ciad, è a rischio. Per di più il PAM non può fornire un’assistenza adeguata a causa delle violenze e delle interferenze dei belligeranti. Attualmente il 90 per cento delle persone che affrontano livelli emergenziali di fame in Sudan sono bloccate in aree in gran parte inaccessibili al World food program (WFP). E la revoca da parte delle autorità dei permessi per i convogli transfrontalieri, hanno costretto WFP a interrompere le operazioni dal Ciad verso il Darfur.
“Venti anni fa – continua McCain – quella del Darfur fu la più grande crisi alimentare del mondo e il mondo si mobilitò per rispondere. Oggi però il popolo sudanese è stato dimenticato. Sono in gioco milioni di vite, la pace e la stabilità di un’intera regione”.