La guerra Israele-Hamas si sposta pericolosamente verso la Siria

Dopo i bombardamenti israeliani del territorio siriano, anche gli Stati Uniti hanno compiuto alcuni raid aerei in Siria contro i presunti “gruppi filo-iraniani”

Il conflitto armato tra il movimento fondamentalista palestinese Hamas e le Forze di difesa israeliane, che stanno avanzando sempre più in profondità della Striscia di Gaza, sta assumendo nuove e quanto pericolose connotazioni territoriali.

Dopo che sabato 11 novembre l’aviazione israeliana ha colpito alcune “infrastrutture terroristiche” non meglio specificate nel territorio della Siria a seguito di un attacco missilistico proveniente dal territorio della Siria e diretto verso le alture di Golan, anche l’esercito degli Stati Uniti ha effettuato domenica almeno due attacchi aerei in Siria contro i gruppi “sospettati di essere alleati all’Iran”.

Il segretario alla Difesa statunitense, Lloyd Austin, ha annunciato che gli attacchi hanno preso di mira una struttura di addestramento di milizie filo-iraniane vicino alla città di Abu Kamal, nella provincia di Deir ez Zor. Inoltre i jet da combattimento degli Stati Uniti hanno colpito con alcune pesanti bombe anti-bunker GBU-28 anche un “nascondiglio” vicino alla città di Mayadin, non lontano dal confine iracheno, che l’intelligence militare degli Stati Uniti ha definito come “una delle basi principali delle milizie filo-iraniane”. Come ha scritto l’agenzia di stampa Associated Press, citando alcune fonti ben informate del Pentagono “uno dei siti attaccati dalle USAF includeva anche dei depositi di armi una parte delle quali le milizie filo-iraniane starebbero per trasmettere a Hamas”.

Sin dall’inizio della guerra del 7 ottobre, l’Iran – che tradizionalmente sostiene Hamas – ha addossato agli Stati Uniti e ai loro alleati occidentali la responsabilità per l’inizio del cruento conflitto.

Il capo del Pentagono ha detto inoltre che il raid – il terzo compiuto in poco più di due settimane – è stato “una legittima risposta agli attacchi con droni imbottiti di esplosivi e razzi” che si sono intensificati nell’ultimo mese contro le truppe statunitensi, dislocate in Siria e in Iraq. L’escalation è considerata una conseguenza diretta del conflitto armato fra Israele e Hamas. I media internazionali hanno reso noto che in questo momento gli Stati Uniti hanno 900 soldati diclocati in Siria e altri 2.500 in Iraq, con lo scopo “di assistere le forze locali che cercano di prevenire una rinascita dello Stato Islamico (ISIS)”. Secondo il dipartimento della Difesa USA “nelle ultime settimane durante gli attacchi della guerriglia contro le postazioni militari statunitensi sono stati feriti circa 6o soldati americani”.