Il primo passo concreto verso la realizzazione del porto per fornire aiuti umanitari a Gaza, annunciata dal presidente statunitense Joe Biden, è stato la partenza della nave di supporto, General Frank S Besson, che è salpata il 9 marzo dalla base militare Langley-Eustis, in Virginia.
Il vascello sta navigando verso Medio Oriente e trasporta attrezzatura utile a realizzare un molo al largo della costa di Gaza, secondo le dichiarazioni dell’esercito statunitense riportate dalla BBC.
Le Nazioni Unite lanciano ormai da settimane notizie che la crisi umanitaria a Gaza è ormai fuori controllo: la carestia, le emergenze sanitarie e le continue incursioni israeliane hanno fatto sprofondare la popolazione civile in una situazione inumana e l’ingresso di aiuti via terra e via area è difficoltoso; anche il Programma alimentare mondiale a marzo ha dovuto sospendere le consegne via terra per motivi di sicurezza.
Secondo il Pentagono per realizzare la struttura che portà favorire l’accesso di aiuti nella Striscia ci vorranno però 2 mesi e saranno impiegati 1000 soldati, nessuno dei quali scenderà a terra. Un tempo considerato troppo lungo per le associazioni umanitarie vista la gravità della crisi.