La nuova corsa agli armamenti andrà su di giri anche nel 2024

L'Istituto internazionale per gli studi strategici: nel 2023 la spesa globale pel la difesa è cresciuta del 9 per cento

Nel 2023 la spesa globale per la difesa, o meglio dire per la corsa agli armamenti del 21° secolo è aumentata del 9% su base annuale e ha la cifra record di 2.200 miliardi di dollari. Secondo un’analisi appena presentata dall’Istituto internazionale per gli studi strategici (IISS) all’opinione pubblica nel libro del titolo “The Military Balance 2024” anche durante l’anno in corso la “spesa militare aumenterà di nuovo” e questo perché il “mondo sta entrando in un periodo di maggiore pericolo”.

Stanno aumentando a passi da gigante le spese militari nei Paesi dell’Alleanza atlantica, che secondo lo studio dell’IISS superano il 50% della spesa globale. Messe insieme le spese militari della NATO, della Cina, dell’India e della Russia esse costituiscono più del 70% della spesa globale per la difesa.

Secondo le stime degli analisti militari dell’IISS la Russia, impegnata da quasi due anni nel conflitto armato con l’Ucraina, stanzia “circa il 30% della spesa pubblica annuale alle sue forze armate”. Il ministro delle Finanze della Russia, Anton Siluanov, ha confermato che nel 2024 il bilancio pubblico stanzierà per la difesa 11.000 miliardi di rubli, ovvero il 29% dell’intera spesa pubblica. Prima del conflitto armato in Ucraina le spese russe per la difesa erano state inferiori del 14% del budget.

Malgrado tutti i problemi economici la Germania ha raggiunto l’obiettivo di aumentare le spese per la difesa al 2% del PIL, stabilito dalla NATO nel 2014 con scadenza nel 2024. Secondo le fonti del Governo tedesco gli stanziamenti militari nel 2024 ammontano a 73,41 miliardi di euro. Si tratta di un massimo storico: per l’ultima volta la Germania destinò alle spese militari il 2% del suo PIL nel 1992. Come hanno fatto notare gli esperti tedeschi “durante la Guerra fredda, tale quota superava solitamente il 3% e nel 2023 è stata dell’1,57%, ovvero pari a 56,64 miliardi di euro”.

Si sta armando anche la Polonia,: come ha annunciato il ministro della Difesa di questo ex Paese del campo socialista, Wladyslaw Kosiniak-Kamysz, alla “fine del 2024 le forze armate polacche conteranno circa 220.000 effettivi e questo numero continuerà ad aumentare di anno in anno”.

E c’è chi parla già della necessità di dotare le forze armate dei Paesi dell’Unione europea dell’arma atomica. Il presidente tedesco del Partito popolare europeo (PPE), Manfred Weber, alla luce delle recenti critiche della NATO fatte dall’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si è espresso a favore della possibilità che la UE “si doti di proprie armi nucleari come mezzo di deterrenza contro la Russia”. In un’intervista, rilasciata al quotidiano tedesco “Bild”, Weber, che copre anche la carica di vicepresidente del partito tedesco l’Unione cristiano-sociale (CSU) ha dichiarato: “L’Europa deve diventare così forte sul piano militare che nessuno vuole competere con noi. A tal fine, è necessaria una deterrenza europea che dovrebbe include le armi nucleari”.

L’iniziativa di Weber di un sistema europeo di deterrenza nucleare è stata subito respinta come “assolutamente assurda” dal deputato al Bundestag dell’Unione cristiano-democratica (CDU), Roderich Kiesewetter. L’esponente dei “popolari” ha avvertito che una simile proposta spingerebbe gli USA “fuori dall’Europa e aumenterebbe di cinque volte i nostri costi – già altissimi – per la difesa”.