La prima settimana della battaglia di Kursk

La Russia continua a inviare rinforzi mentre gli ucraini continuano ad avanzare, anche se molto più lentamente di prima

Vladimir Putin parla con Aleksej Smirnov

È passata una settimana dall’inizio dell’incursione ucraina nella regione russa di Kursk. I combattimenti accaniti proseguono giorno e notte, le truppe ucraine sono riuscite a stabilire il proprio controllo della città di Sudzha, dove si trova la stazione di compressione, dalla quale il gas naturale russo viene inviato ai Paesi europei.

Secondo quanto riferito da fonti dell’agenzia statunitense “Bloomberg”, entrambe le parti non hanno alcuna intenzione di interrompere la fornitura di gas attraverso la stazione di misurazione del gas di Sudzha. “Sia Ucraina che Russia – scrive l’agenzia -, hanno un incentivo finanziario per continuare a fornire carburante”. Per Kiev, il transito del gas fornisce i fondi più importanti per la sua economia devastata dalla guerra – circa 3 miliardi di dollari l’anno –, mentre l’Europa è fallita nei propri sforzi degli ultimi due anni e mezzo di diversificare le forniture e rimane dopo la Cina uno dei principali consumatori del gas naturale russo che nonostante tutto continua a transitare attraverso questo gasdotto ex sovietico.

In ogni caso il 13 di agosto “Gazprom” ha ridotto i volumi di export, che sono scesi dai 41-43 milioni di metri cubi al giorno – la media delle ultime settimane – ai 39,6 milioni di m3.

L’attacco ucraino ha colto tutti di sorpresa, dai vertici militari russi agli analisti ed esperti internazionali. E mentre le forze russe non riescono ancora a trovare una tattica vincente per bloccare l’avanzata, il comandante in capo delle forze armate ucraine, Oleksandr Syrskyi, ha detto che l’esercito di Kiev ha conquistato mille chilometri quadrati del territorio all’interno della Russia.

La Russia ha smentito queste dichiarazioni di Kiev. Come ha detto il governatore regionale ad interim di Kursk, Aleksej Smirnov, durante una video conferenza con il presidente, Vladimir Putin, “l’esercito ucraino è riuscito a penetrare per 12 chilometri nella profondità del territorio russo su un fronte largo 40 chilometri, mentre 28 insediamenti nella regione sono passati in mano nemica”.

Quella di Smirnov è stata la prima ammissione dell’ampiezza e della gravità dell’invasione ucraina. Mentre Smirnov parlava in diretta video della gravità della situazione militare, Putin l’ha interrotto, invitando il governatore a limitarsi a fare il punto sulla questione umanitaria, mentre alla situazione militare ci avrebbero pensato le forze armate. Dopodiché Smirnov ha detto che delle 180.000 persone 122.000 sono state già fatte evacuare dalle loro case: “2.000 persone sono rimaste nelle zone dei combattimenti e non sappiamo niente di cosa sia successo loro”, ha sottolineato il governatore di Kursk.

Secondo alcune analisi, la ragione principale per cui la Russia “non sta al momento riuscendo a contrastare efficacemente l’avanzata ucraina” è che i vertici militari di Mosca si sono “rifiutati di rallentare l’offensiva russa, spostando le truppe dal fronte del Donbass”, in Ucraina, e stanno inviando a Kursk soldati “meno preparati che non hanno avuto ‘battesimo di fuoco’ e che stanno faticando contro le più esperte truppe ucraine”.

Rimangono tuttavia dubbi e poca chiarezza sugli obiettivi a lungo termine dell’operazione militare ucraina. Mentre il regime di Kiev ha imposto un totale silenzio stampa, alcuni esperti hanno parlato del “tentativo di creare un diversivo per alleggerire la situazione nel Donbass, dove le truppe russe stanno avanzando in maniera costante ormai da alcuni mesi”.