Mosca ha deciso di adottare questa misura perché gli Stati Uniti non hanno ratificato il Trattato fondamentale, firmato nel 1996
Alea iacta est. A Mosca “il dado è stato tratto”. Dopo la Duma di Stato, la Camera dei deputati del Parlamento russo, anche i senatori del Consiglio della Federazione hanno adottato all’unanimità un disegno di legge per revocare la ratifica del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT). La decisione drastica era stata preannunciata all’inizio di ottobre dal presidente russo, Vladimir Putin, secondo cui Mosca “intende adottare questa misura malgrado la propria volontà, perché gli Stati Uniti non hanno mai ratificato il Trattato fondamentale, firmato nell’ormai lontano 1996”.
La decisione “forzata”, che la Russia ha cercato di rinviare fino all’ultimo, e lo ha sottolineato il presidente della Duma, Vjacheslav Volodin, è stata determinata “dall’atteggiamento irresponsabile degli Stati Uniti nei confronti della sicurezza globale”. Il Cremlino ha spiegato la revoca della ratifica dalla necessità di “garantire la sicurezza della Russia di fronte al moltiplicarsi delle minacce globali”.
La Russia aveva ratificato il Trattato CTBT ancora nel 2000, mente Washington non ha mai proceduto in tal senso. La mossa di Mosca è arrivata in un momento delicatissimo, tra il protrarsi dell’operazione militare della Russia in Ucraina, e la crisi israeliana, per non parlare dell’escalation delle tensioni tra gli Stati Uniti, la Russia e la Cina.
L’imminente inverno 2023-24 non promette nulla di buono all’Ucraina: l’industria per la difesa della Russia si è risvegliata dal letargo e aumenta di giorno in giorno non solo la produzione delle munizioni, dei carri armati e degli aerei da combattimento, ma offre all’esercito molti nuovi sistemi militari particolarmente sofisticati. Il ministro della Difesa della Russia, Serghej Shoigu ha notato che “le Forze armate della Federazione Russa hanno ottenuto sistemi missilistici antiaerei innovativi che hanno abbattuto 24 aerei ucraini in soli 5 giorni”.
Malgrado la revoca della ratifica del Trattato, la “Russia si impegna a non condurre per prima dei test nucleari e lo farà solo se lo faranno gli Stati Uniti”, ha dichiarato ai giornalisti, Vladimir Ermakov, direttore del Dipartimento per la non proliferazione e per il controllo degli armamenti del Ministero degli Esteri russo.
Il Trattato CTBT, risalente al 1996, vietava “qualsiasi ‘esplosione di test’ di armi nucleari o qualsiasi altra esplosione nucleare” in qualsiasi parte del mondo. La ripresa dei test nucleari potrebbe dunque dare il via libera a una nuova corsa agli armamenti nucleari. Il preambolo del documento citava l’obiettivo di ridurre e infine di eliminare “completamente” le armi nucleari “limitando lo sviluppo e il miglioramento qualitativo delle testate nucleari e ponendo fine allo sviluppo di nuovi tipi avanzati di armi nucleari, costituendo una misura efficace di disarmo e di non proliferazione in tutti i suoi aspetti”.