Sfondato il tetto e due piani
La storia dello sgancio tre anni fa, del rientro in atmosfera e della caduta sulla terra nel marzo del 2024 di un blocco delle batterie elettriche usate della Stazione orbitante internazionale (International Space Station, ISS) ha avuto oggi (16 aprile del 2024, per chi legge) un seguito del tutto improvviso. Il 15 aprile (16 aprile in Europa) l’Agenzia aerospaziale degli Stati Uniti (NASA) ha confermato ufficialmente in un comunicato che “un frammento della batteria dell’ISS ha colpito e ha distrutto il tetto e due piani di una casa in Florida nella parte sud-est degli Stati Uniti”.
La cosiddetta “spazzatura” spaziale, una pedana grande come un minibus e pesante 2,6 tonnellate, venne sganciata dall’ISS e lasciata orbitare liberamente il 21 marzo del 2021. Per ben tre anni il pallet, denominato come oggetto spaziale EP-9, orbitava intorno alla Terra, ma il sabato 8 marzo (9 marzo in Europa) del 2024 è arrivato il momento della “cremazione” nell’atmosfera terrestre. Sin dall’inizio per gli esperti della NASA era chiaro che il blocco di batterie elettriche, costruito per resistere alle condizioni estreme dello spazio aperto, sarebbe bruciato non al 100%. “Sebbene alcune parti possano toccare il suolo, la probabilità che una persona venga colpita è molto bassa”, ha messo le mani avanti anche l’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Jonathan McDowell, astronomo e astrofisico presso l’Harvard–Smithsonian Center for Astrophysics, è stato più preciso: “Le batterie non bruceranno completamente – ha detto McDowell – circa mezza tonnellata di frammenti raggiungeranno e colpiranno la superficie terrestre”.
E così è stato. Uno di questi frammenti, 700 grammi di peso, ha sfondato il tetto e due piani di una villetta privata a Naples, in Florida. Per puro caso la “spazzatura” spaziale non ha innescato un incendio. Il proprietario di casa, Alejandro Otero, che improvvisamente ha vissuto un’esperienza al quanto traumatica per la propria abitazione, ha pubblicato un post sul social X (ex Twitter) in cui affermava che era stato proprio un “pezzo di batteria ISS a distruggere la sua casa”, nella quale in quel momento era presente il figlio, che per fortuna non era stato colpito.
I rappresentanti della NASA hanno sequestrato il frammento, che ha distrutto l’abitazione, e un mese più tardi hanno riconosciuto ufficialmente che era stato proprio un pezzo dell’ISS a causare danni. Ora Otero, con la sua compagnia assicurativa, dovranno chiedere un risarcimento al Governo federale degli Stati Uniti. In questo modo potrà provare ad ottenere il denaro necessario per ricostruire la propria casa, subito battezzata dai compaesani “calamite della spazzatura dallo spazio”.