La Svizzera importa centinaia di tonnellate dell’oro africano prodotto in maniera fuorilegge

L’accusa arriva dall’organizzazione umanitaria non governativa svizzera “Swissaid”, secondo cui la Confederazione Elvetica è il secondo maggiore importatore nel mondo dell’oro africano prodotto illegalmente

Ogni anno centinaia di tonnellate di oro, prodotto in Africa in maniera artigianale, come di solito sotto il controllo della criminalità organizzata, e successivamente contrabbandato dal Continente Nero, finisce in Svizzera. Secondo uno studio dell’ONG “Swissaid” tra il 2021 e il 2024, ogni anno nel continente africano, molto ricco di materie prime, vengono prodotte tra le 321 e le 474 tonnellate di oro artigianale senza essere dichiarate. Si tratta di 24-35 miliardi di dollari in denaro, ovvero del 72-80% dell’intera estrazione del metallo prezioso nelle miniere africane. “Il traffico d’oro aumenta di anno in anno”, hanno sottolineato gli autori dello studio.

“La Svizzera – sostiene la ONG – è al secondo posto dei Paesi con la più alta domanda di questo metallo prezioso prodotto illegalmente”. La maggior parte dell’oro africano – l’80% della produzione industriale e artigianale – va a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti (EAU). Dopo essere passato per Dubai, l’oro viene esportato principalmente verso la Svizzera, il secondo importatore dopo gli Emirati. Tra il 2012 e il 2022 (l’ultimo dato disponibile), la Confederazione Elvetica ha importato più di 1.670 tonnellate d’oro dagli Emirati Arabi.

“A causa della legislazione svizzera, che fa dell’ultimo luogo di lavorazione il luogo di origine del metallo prezioso, questo oro è considerato in Svizzera emiratino senza la minima menzione della sua origine africana”, ha scritto nel rapporto “Swissaid”, ricordando che delle nove maggiori raffinerie aurifere del mondo quattro si trovano in Svizzera per le quali “transita il 50% del commercio internazionale di questo metallo prezioso”.

Per scaricare il testo integrale del rapporto “Swissaid” (PDF in inglese) dal sito di Pluralia, ecco il link