Le importazioni europee di gas naturale liquefatto (GNL) dalla Russia sono ai massimi storici. Nel periodo compreso tra gennaio e luglio 2023, i Paesi dell’Unione Europea hanno fatto crescere il proprio import del 40% rispetto allo stesso periodo pre-conflitto in Ucraina del 2021.
Secondo il quotidiano britannico Financial Times, che cita i dati sugli acquisti raccolti da KPLER ed elaborati dall’ONG ambientalista Global Witness “nella prima metà del 2023 la Russia è stata il secondo principale fornitore di GNL dell’Unione Europea dopo gli Stati Uniti”. Secondo il rappresentante di Global Witness, Jonathan Noronha-Gant, i Paesi della UE hanno “rimpiazzato con il GNL” il gas russo che in passato era stato fornito via gasdotti.
Nei primi sette mesi del 2023 le importazioni europee di GNL russo hanno totalizzato i 21,6 milioni di metri cubi (il 16% delle importazioni totali), per un valore di 5,29 miliardi di euro. In Europa i due maggiori importatori di GNL russo sono il Belgio e la Spagna, il Paese che attualmente esercita la presidenza del Consiglio Europeo. I Paesi dell’Est europeo, come Ungheria e Serbia che non hanno l’accesso ai porti marittimi né ai rigassificatori continuano ad importare gas russo attraverso un sistema di gasdotti che risale ancora ai tempi sovietici.
Inoltre la Ungheria ha fatto un accordo con la Turchia: una parte del gas russo fornito tramite il gasdotto Turkish Stream sarà venduto al Governo di Budapest. Il primo contratto con la società turca Botas prevede la fornitura nel 2024 di 275 milioni di metri cubi di gas naturale russo. L’accordo strategico è stato raggiunto il 20 agosto scorso durante il vertice a Budapest tra il premier ungherese, Viktor Orban, e il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan.