Nel corso del recente G20 di New Delhi è stata lanciata l’ipotesi di un nuovo collegamento tra Europa, Penisola Araba e India.
Questa linea di tratte navali e ferroviarie, linee elettriche, fibre ottiche e pipeline per l’idrogeno prenderebbe il nome di India-Middle East-Europe Economic Corridor (IMEC). Sarebbe la “Via del Cotone” che si affiancherebbe alla “Nuova Via della Seta” creando un’alternativa di interscambio sia fisica che “idelogica”, con la “benedizione” degli Stati Uniti.
Per l’Europa sarebbe una nuova via di comunicazione con l’Oriente in alternativa a quella che passa dall’Asia Centrale che trova la sua ragione d’essere, oltre che nel limitare l’importanza dell’iniziativa a matrice cinese, nell’aumento degli scambi tra UE e India che, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, sono aumentati del 30% negli ultimi 10 anni e hanno sfondato il tetto dei 115 miliardi di euro in valore nel 2022. Due i collegamenti fondamentali: uno ferroviario che attraversa la Penisola araba (Emirati, Arabia Saudita, Israele, Giordania) e un secondo marittimo tra Golfo e India configurando un sistema di trasporti mare-ferrovia-mare che evita il Canale di Suez, con relativi risparmi in termini di denaro.
India, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Giordania, Israele e Unione Europea e, anche singolarmente, Francia, Germania e Italia, hanno firmato un memorandum in proposito nel corso del G20 di Nuova Delhi e sullo sfondo c’è anche il Free Trade Agreement (FTA) su cui il Vecchio continente e l’India stanno discutendo.
Secondo quanto spiegato dal presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen la “Via del Cotone” ridurrebbe del 40% le tempistiche di trasporto delle merci tra l’India e il Medio Oriente.