Per Il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, la normalizzazione tra Riyad e Tel Aviv sarebbe “tradimento della causa palestinese” e “un colpo alle spalle del mondo arabo”
Passo dopo passo Israele e Arabia Saudita stanno eliminando i principali punti di discordia e di tensione nelle relazioni bilaterali. Secondo le informazioni che trapelano dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, in corso a New York, nella migliore delle ipotesi si potrà trattare di “un accordo storico di pace tra lo Stato ebraico e il Regno saudita”. La seconda opzione sarebbero intese riguardo alla “normalizzazione” dei loro rapporti. In ogni caso si tratterà di un fatto storico.
In un’intervista al canale televisivo statunitense Fox News il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, ha detto che per quel che riguarda un accordo di normalizzazione con Israele ogni giorno l’intesa diventa più vicina: “Speriamo che (i negoziati) portino a un risultato che renda la vita più facile ai palestinesi e che permetta a Israele di svolgere un ruolo in Medio Oriente”, ha sottolineato bin Salman.
Il tema dei rapporti tra Tel Aviv e Riyad è stato toccato anche durante il vertice a New York tra il presidente americano, Joe Biden, e il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. “Per noi la questione palestinese è molto importante. Dobbiamo risolverla”, ha dichiarato Biden, sottolineando che “finora i negoziati sono andati bene”.
La notizia ha suscitato una forte reazione negativa del presidente iraniano, Ebrahim Raisi, secondo cui un’eventuale normalizzazione tra Israele e l’Arabia Saudita costituirebbe un “tradimento della causa palestinese”.
“Crediamo che un rapporto tra i Paesi della regione e il regime sionista rappresenterebbe un colpo alle spalle del popolo e della resistenza palestinesi”, ha dichiarato Raisi in una conferenza stampa a margine dell’Assemblea generale, rispondendo a una domanda sul riavvicinamento tra Israele e Riyad.