Ci sono dei forti dubbi riguardo alla realizzazione pratica della nuova legge
La Camera dei rappresentanti del Parlamento australiano ha approvato in prima lettura un disegno di legge che ha l’obiettivo di vietare alle persone con meno di 16 anni di età di accedere a tutti i principali social media. Il disegno di legge era stato elaborato dal Governo, guidato dal primo ministro Laburista, Anthony Albanese (nella foto), ed è stato presentato ai deputati a settembre. Il disegno di legge che ha raccolto molti consensi della popolazione australiana è passato alla Camera, composta di 151 seggi, con 102 voti favorevoli, 36 astenuti e 13 contrari. Il secondo e decisivo voto del Senato è atteso per giovedì, 28 novembre. Qualora anche il Senato (Camera alta) dovesse approvare la nuova legge – come è quasi certo – l’Australia sarebbe il primo Paese al mondo a introdurre una legge che metterà al banco l’accesso ai minorenni ai social network.
Nel suo intervento in Parlamento, che aveva preceduto il voto alla Camera, il primo ministro Albanese aveva sottolineato che la “proposta di legge è stata pensata per proteggere la salute mentale delle persone più giovani, compromessa dall’utilizzo dei social network”. Ciononostante molti esperti hanno espresso forti dubbi riguardo all’applicazione pratica delle nuova legge. Secondo gli esperti dell’Accademia delle scienze sociali dell’Australia, uno dei “principali problemi è la verifica dell’età”. Tra i metodi proposti dal disegno di legge ci sono sistemi di verifica biometrica o gestiti dal Governo. Come scrive la stampa australiana “in entrambi i casi i genitori potrebbero accedere con la propria identità e poi consegnare l’eventuale dispositivo ai figli con meno di 16 anni, come successo in altri casi in cui si è tentato di imporre un divieto di questo tipo”. Perciò per rafforzare i controlli anche dalla parte opposta, il disegno di legge prevede multe fino a 50 milioni di dollari australiani (circa 30 milioni di euro) per i social network che “non faranno abbastanza per impedire ai minori di accedervi”.