Le centrali nucleari europee aumentano le scorte per timore di penuria di combustibile

L’agenzia Euratom Supply: gli operatori delle centrali nucleari in tutta l’Europa, dall’Est all’Ovest, creano “scorte strategiche” di combustibile nucleare. Nonostante il passaggio energetico e le politiche "verdi" di Bruxelles, che favoriscono la costruzione dei parchi eolici e solari, le centrali nucleari in Europa producono ancora il 21,5% di energia elettrica della UE.

Per la prima volta degli ultimi otto anni, l’Unione europea tutta “verde e sostenibile” suona l’allarme e rilancia una strategia straordinaria che prevede un rapido aumento delle scorte strategiche di combustibile nucleare per le rimanenti centrali atomiche. Gli operatori delle centrali, costruite ancora ai tempi sovietici nell’Europa Centrale e Orientale, stanno rastrellando l’uranio russo per timore di eventuali nuove sanzioni occidentali, che potrebbero mettere al bando anche le forniture di uranio “made in Russia”.

Gli operatori delle centrali in Francia e in alcuni altri Paesi europei stanno già seguendo la tacita guideline di Bruxelles e riducono all’osso le importazioni di combustibile nucleare dalla Russia, che nel 2023 sono scese del 16% rispetto ai risultati del 2022. Secondo l’agenzia atomica russa Rosatom “attualmente le forniture vengono effettuate soltanto in base ai contratti a lungo termine di tempo”.

Secondo i dati, pubblicati di recente dalla Comunità europea dell’energia atomica (CEEA o Euratom) nel 2022, per la prima volta in otto anni, gli operatori delle centrali nucleari europee hanno acquistato più uranio di quanto ne abbiano installato nei reattori. Le società hanno acquistato 11.720 tonnellate di uranio, mentre soltanto 10.990 tonnellate sono state utilizzate per la produzione di energia elettrica.

“Alcune società hanno aumentato gli acquisti nell’ambito di misure straordinarie, volte a garantire la sicurezza degli approvvigionamenti”, hanno scritto nel report gli esperti di Euratom. Alla fine del 2022, le centrali della UE hanno accumulato nelle scorte strategiche 35.710 tonnellate di uranio, sufficienti per la produzione di energia elettrica nel corso di tre anni. Attualmente la generazione totale di energia elettrica delle centrali nucleari della UE è di circa 100 gigawatt. Nel 2022, i reattori nucleari in Europa hanno prodotto 609,2 miliardi di kWh, pari al 21,5% della generazione elettrica totale della UE.

Nell’ambito delle politiche anti-russe le centrali nucleari europee hanno ridotto nel 2022 le importazioni di uranio russo fino a quota 1.980 tonnellate (-16% rispetto al 2021). La Russia è così scesa al quarto posto della lista dei maggiori Paesi-fornitori di combustibile nucleare verso l’Europa, che ha invece aumentato l’import di uranio dal Kazakhstan (1° posto, 3.140 tonnellate), Niger (2.580 tonnellate) e Canada (2.580 tonnellate). Alla fine del 2023 e soprattutto nel 2024 la situazione cambierà notevolmente in seguito al colpo di Stato in Niger e la messa al banco delle esportazioni di uranio verso la Francia.