Le crisi idriche mettono a rischio la stabilità sociale e la pace

Lo si legge nel rapporto di UN-Water pubblicato in occasione della Giornata Nazionale dell'Acqua (22 marzo)

Le crisi idriche in varie parti del mondo sono un fattore di instabilità che mette a rischio la pace. E’ quanto rileva il rapporto dell’UNESCO pubblicato per conto dell’organismo delle Nazioni unite “UN-Water”.

Nel 2022, 2,2 miliardi di persone non dispongono ancora di acqua potabile gestita in modo sicuro, tra cui 115 milioni di persone che bevono acqua di superficie. Nello stesso anno sono invece 3,5 miliardi di persone non hanno accesso a igienici gestiti in modo sicuro e 2 miliardi di persone non dispongono ancora di servizi igienici di base. E, ancora, 1,8 miliardi di persone vivono in abitazione dove non c’è accesso ad acqua potabile.

Le Nazioni unite si erano prefisse di garantire a tutti un accesso alle risorse idriche a tutti entro il 2030 ma l’obiettivo sembra lontano dall’essere realizzato e c’è, al contrario, il timore che le disuguaglianze possano aumentare. Per raggiungere la copertura universale entro il 2030 sarebbe necessario moltiplicare per sei gli attuali tassi di progresso per l’acqua potabile gestita in modo sicuro, per cinque i servizi igienici gestiti in modo sicuro e per tre i servizi igienici di base. Il direttore generale dell’UNESCO, Audrey Azoulay, spiega che i Paesi devono rafforzare la cooperazione internazionale e creare accordi transfrontalieri per cercare di migliorare questa situazione.

“L’acqua potabile e i servizi igienici sono diritti umani – si legge nell’abstract del report di UN-Water – Senza l’accesso a questi servizi, una vita dignitosa, stabile e in buona salute è praticamente impossibile. L’acqua, se gestita in modo sostenibile ed equo, può essere fonte di pace e prosperità. È anche la linfa vitale dell’agricoltura, il principale motore socio-economico per miliardi di persone. Può promuovere la stabilità delle comunità e la costruzione della pace – soprattutto in situazioni di fragilità – e contribuire alla gestione delle migrazioni e alla riduzione del rischio di disastri”.

Invece 1,4 miliardi di persone sono state colpite da siccità tra il 2021 e il 2022 e, a partire dal 2002, circa la metà della popolazione globale ha avuto a che fare con una scarsità d’acqua grave in almeno un periodo dell’anno. Il cambiamento climatico, rischia di rendere più frequenti i fenomeni meteorologici estremi e quindi anche i periodi di siccità, con forti rischi per la stabilità sociale.