Le Nazioni Unite: le popolazioni di Gaza e di circa 20 regioni del mondo rischiano di morire di fame

Il direttore generale della FAO, Qu Dongyu: “La situazione è molto grave”

Qu Dongyu

La fame nel mondo è un problema globale che riguarda milioni e milioni di persone in diversi Paesi e continenti. Secondo un nuovo rapporto del titolo “Hunger Hotspots” (Punti caldi di fame), appena pubblicato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) in collaborazione con il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFB) “la carestia alimentare incombe a Gaza mentre il rischio di morire di fame persiste in Sudan, Haiti, Mali, nel Sudan meridionale e in alcuni altri Paesi del mondo”.

L’insicurezza alimentare acuta è infatti destinata ad aumentare di entità e gravità in 18 aree nel mondo che comprendono un totale di 17 Paesi e un gruppo regionale di quattro Paesi (Malawi, colpito dalla siccità, Mozambico, Zambia e Zimbabwe), dove la fame acuta è ad alto rischio di peggioramento da giugno a ottobre del 2024. Gaza è tra gli hotspot a più alto rischio di deterioramento.

Secondo gli esperti della FAO in seguito all’operazione di terra dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza “oltre un milione di persone, la metà della popolazione di Gaza, dovrà affrontare la morte e il livello di fame più elevato sulla scala del rischio già entro la metà di luglio”. Vale a dire che il conflitto in corso in Palestina “aggraverà ulteriormente i già catastrofici livelli di fame acuta, insieme al bilancio senza precedenti delle vittime tra la popolazione civile, alla distruzione diffusa e allo sfollamento di quasi tutta la popolazione della Striscia di Gaza”, si legge nel rapporto delle Nazioni Unite.

Intanto nel Sudan Meridionale il numero di persone che rischiano di morire di fame “raddoppierà entro la fine di luglio del 2024, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso”. Gli esperti dell’ONU hanno puntato il dito accusatore sulla “crisi climatica”, oltre agli shock economici in atto nel mondo. “Si prevede che le condizioni del fenomeno meteorologico La Niña (fase opposta di El Niño) – si legge nel rapporto delle Nazioni Unite – prevarranno tra il mese di agosto del 2024 e fino a febbraio del 2025, influenzando in modo significativo la distribuzione delle precipitazioni e le temperature”.

E il direttore generale della FAO, Qu Dongyu, si è rivolto con un appello ai leader mondiali affinché “venga decisa un’azione immediata collettiva per prevenire la carestia”. Secondo i dati della FAO attualmente circa 900 milioni di persone starebbero soffrendo la fame nel mondo.