Per il 2024 le prospettive appaiono meno rosee
Nel mese di dicembre del 2023 la produzione industriale del Giappone è aumentata del 2,4% rispetto ai risultati del mese precedente. Ma stando alle previsioni della società finanziaria giapponese SMBC Nikko Securities per il gennaio 2024 le “prospettive appaiono meno rosee”. In primo luogo sulla performance economica del Giappone potrebbero incidere problemi dell’industria dell’auto in seguito allo scandalo che ha coinvolto il costruttore Daihatsu, che ha truccato i crash test ed è stato costretto a sospendere la produzione. Inoltre il calo della domanda internazionale delle auto “made in Japan”, la spietata concorrenza dei produttori cinesi e il ritiro delle case automobilistiche nipponiche dalla Russia nell’ambito della politica sanzionatoria del G7, tutti questi fattori negativi continueranno a colpire economia del Paese del Sole levante.
Invece per quanto riguarda altri risultati del 2023 il Giappone ha registrato un record delle esportazioni. Lo scorso anno la terza economia mondiale ha esportato merci e servizi per 100.880 miliardi di yen (682 miliardi di dollari), in aumento del 2,8% rispetto al 2022. Le esportazioni di automobili sono aumentate del 32,7% su base annua, e quelle di macchinari per le costruzioni e per il settore minerario del 16,2 per cento. Secondo gli economisti internazionali tale crescita è diventata possibile “soprattutto grazie anche alla debolezza dello yen rispetto alle altre principali valute globali”.
Per quanto riguarda le importazioni nel 2023 sono ammontate a 110.170 miliardi di yen (745,6 miliardi di dollari), ovvero in calo del 7% su base annua. La bilancia commerciale per il 2023 si è dunque chiusa con un saldo negativo di 9.290 miliardi di yen (62,9 miliardi di dollari). Nel 2022 la bilancia negativa del commercio con l’estero del Giappone aveva totalizzato 20.000 miliardi di yen (135 miliardi di dollari). Nel solo mese di dicembre le esportazioni giapponesi sono aumentate del 9,8%o su base annua, fino a 9.600 miliardi di yen (64,9 miliardi di dollari), mentre le importazioni sono calate del 6,8 per cento.
Infine secondo i dati preliminari, i prezzi al consumo a Tokyo, la capitale del Giappone, sono aumentati dell’1,6% a gennaio, il dato più basso degli ultimi due anni, che per la prima volta si è trovato al di sotto del valore “programmato” dalla Banca centrale del Giappone (2%) e anche inferiore alle previsioni degli economisti.