L’Egitto apre alla Cina: firmati numerosi accordi per il Canale di Suez

La Cina investirà 800 milioni di dollari in una produzione innovativa di fibra poliestere e vetro

Waleid Gamal El-Dein

Gli attacchi degli Houthi dello Yemen nel Mar Rosso stanno causando danni finanziari enormi all’Egitto, che negli ultimi mesi ha registrato una riduzione del 50% del traffico marittimo per il Canale di Suez, da e verso il Mediterraneo. Per riparare almeno in parte le perdite finanziarie, la Zona economica del Canale di Suez ha firmato 14 accordi con alcune maggiori aziende cinesi, che intendono creare in Egitto produzioni e sviluppare numerosi progetti nel Paese nordafricano. Come ha dichiarato il responsabile del Dipartimento economico dell’Amministrazione del Canale di Suez, Waleid Gamal El-Dein, alla recente Conferenza di cooperazione economica Egitto-Cina, gli “accordi del Canale di Suez svilupperanno l’esperienza di cooperazione egiziano-cinese nella Zona di cooperazione economica ‘Teda-Egitto’, dove la Cina ha investito 2 miliardi di dollari e dove attualmente operano 150 aziende cinesi industriali e logistici”.

Le autorità egiziane cercano di diversificare l’orientamento economico del Canale di Suez: nella seconda metà del 2023 – il primo trimestre del 2024 la Zona economica libera è riuscita ad attrarre come residenti 128 progetti che vanno dalla produzione industriale, ai servizi logistici e portuali, con gli investimenti complessivi superiori a 3 miliardi di dollari, di cui il 40% sono gli investimenti cinesi. Tra i maggiori accordi d’investimento c’è uno da 800 milioni di dollari, tra il gruppo egiziano “Teda” e la società cinese “Shin”, che prevede la produzione di speciale fibra di poliestere rinforzata con vetro (Glass Reinforced Polyester, GRP). Durante la prima fase della realizzazione del progetto (2026), lo stabilimento cinese-egiziano dovrà produrre fino a 300.000 tonnellate di GRP all’anno, mentre a pieno regime la capacità produttiva sarà di un milione di tonnellate all’anno.