Il Cairo teme interruzioni di forniture del gas da Israele
A partire dal mese prossimo l’Egitto smetterà di esportare il gas naturale liquefatto (GNL). La spiegazione ufficiale cita “l’elevato consumo di gas del Paese durante i mesi estivi, più la necessità di soddisfare le esigenze delle centrali elettriche che funzionano a gas naturale”. È vero ma solo in parte: il Governo egiziano per molti anni ha fatto affidamento sul gas israeliano per soddisfare la domanda interna, con il surplus esportato in Europa principalmente attraverso le due stazioni di liquefazione di Idku e Damietta. Ora la guerra nella Striscia di Gaza nonché l’escalation delle tensioni tra l’Iran e lo Stato ebraico, ha costretto il Cairo a cambiare le abitudini.
L’anno scorso, l’Egitto e la vicina Giordania hanno firmato un accordo di cooperazione che prevede la fornitura ad Amman di gas naturale liquefatto, prodotto in Egitto per lo stoccaggio e la fornitura di una parte dei quantitativi di gas naturale, quando sarà necessario verso l’Egitto, attraverso un sistema di gasdotti che collegano i due Paesi. Secondo l’emittente panaraba di proprietà saudita “Al Arabiya” la società energetica egiziana “Egyptian Natural Gas Holding Company” (EGAS) avrebbe acquistato un carico di GNL, che verrà successivamente consegnato all’unità galleggiante di stoccaggio e gassificazione di Aqaba, in Giordania.
Secondo i trader, l’annunciata decisione dell’Egitto influenzerà poco o niente la situazione dei prezzi, che al TTF di Amsterdam dopo alcuni mesi di caduta libera ora stanno segnando il passo intorno a quota 29,50-33,10 euro per Mw/h.