Nei primi 6 mesi dell’anno gli egiziani che vivono e lavorano all’estero hanno spedito in patria 7,5 miliardi di dollari
Dopo aver perso una parte consistente dei guadagni, provenienti dal traffico marittimo attraverso il Canale di Suez, l’Egitto sta cercando di attirare nelle sue banche più clientela finanziaria e più valuta pregiata (hard currency) possibile. Lunedì, 12 agosto, la Banca centrale dell’Egitto ha emanato direttive agli istituti di credito del Paese nordafricano, per “agevolare l’apertura dei conti di vario tipo per i clienti non residenti nel Paese”.
In una lettera circolare, l’Istituto centrale de Il Cairo ha scritto tra l’altro, che la “decisione è stata presa per superare le difficoltà che gli egiziani all’estero e i cittadini stranieri incontrano nell’ottenere i servizi bancari di base in Egitto”.
Secondo la Banca centrale dell’Egitto, nel mese di giugno 2024 la “rimesse degli egiziani che lavorano all’estero sono aumentate del 66% su base annua, toccando i 2,6 miliardi di dollari”. Si è trattato del “quarto mese consecutivo in cui le rimesse che i lavoratori egiziani stanno trasferendo in patria sono aumentate in maniera considerevole”.
“Nella seconda metà dell’anno fiscale 2023-2024 (gennaio-giugno 2024, N.d.R.) – ha sottolineato il Regolatore egiziano – le rimesse sono aumentate del 61,4%, rispetto al corrispondente periodo dell’anno fiscale 2022-2023, passando da 4,6 miliardi a 7,5 miliardi di dollari”.
Prima dell’inizio degli attacchi degli Houthi contro le navi nel Mar Rosso il gettito finanziario generato dal traffico marittimo attraverso il Canale di Suez era stato pari all’8-8,5 miliardi di dollari l’anno. Nel primo trimestre del 2023 è stato registrato il guadagno record, peri a 2,3 miliardi di dollari. Ma gli attacchi missilistici degli Houthi, iniziati alla fine di novembre dell’anno scorso hanno praticamente dimezzato il traffico marittimo e come conseguenza i ricavi dell’Egitto, provenienti da questa importantissima arteria marittima, costruita nel 1869.