Le importazioni di energia dalla Russia vanno contro le politiche comunitarie, ma il gas russo costa poco ed è a “portata di mano”
Sono tre le direzioni che la Russia utilizza per esportare il suo gas verso l’Europa: il gasdotto ex sovietico che passa per il territorio dell’Ucraina, il gasdotto del Mar Nero “Turkish Stream” che oltre alla Turchia rifornisce di combustibile ecologico russo alcuni Paesi dell’Europa Meridionale e dei Balcani. Al terzo posto si trovano le esportazioni russe di gas naturale liquefatto (GNL).
Mentre le quantità di gas naturale, esportate dalla Russia verso l’Europa via il gasdotto che attraversa l’Ucraina rimangono stabili (42-43 milioni di metri cubi al giorno), i Paesi europei aumentano di mese in mese le importazioni di gas russo che passa per la Turchia, ma anche quelle di GNL, che va a ruba soprattutto in Francia, in Spagna e in Belgio.
Nei primi 7 mesi del 2024 le importazioni dell’Unione europea del gas da gasdotto “Turkish Stream” sono aumentate su base annua del 40,5%, raggiungendo quota di 9,26 miliardi di metri cubi di gas metano. In un solo mese di luglio le forniture russe sono aumentate rispetto al mese precedente del 29% fino a 1,5 miliardi di m3. Vale a dire che nel mese di luglio i Paesi europei hanno consumato tra il gasdotto “ucraino” (43 milioni di m3) e quello “turco” (48,8 milioni di m3) circa 92 milioni di metri cubi di gas russo al giorno.
Mentre nel 2022, l’anno dell’inizio del conflitto armato russo-ucraino, la Russia ha venduto all’Europa 63,8 miliardi di metri cubi di gas naturale, nel 2023 l’export russo ha registrato una drammatica contrazione del 55,6%, scendendo a soli 28,3 miliardi di m3. Al loro picco, nel 2018-2019, i flussi annuali del gas russo verso i Paesi del Vecchio continente hanno raggiunto tra 175 e 180 miliardi di m3. Nel periodo gennaio-luglio del 2024 la Russia ha esportato verso l’Europa 18,2 miliardi di metri cubi di gas naturale, ovvero +23% rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso.
Le forniture di gas russo vengono tenute sotto stretta osservazione negli ultimi mesi, poiché l’accordo quinquennale di transito del gas tra la Russia e l’Ucraina scade il 31 dicembre del 2024. E mentre Mosca ha segnalato di “essere disposta a continuare il transito”, il governo di Kiev ha dichiarato di “non voler rinnovare l’accordo con il Cremlino”.
Il gas russo, sia da gasdotto, che il GNL, costa decisamente meno degli analoghi prodotti arabi, africani e statunitensi. È uno dei motivi essenziali per cui molti Paesi europei, in primo luogo la Francia, aumentano l’import di GNL russo. Nella prima metà di quest’anno (l’ultimo dato disponibile) le spedizioni di gas naturale liquefatto russo in Francia sono più che raddoppiate, mentre in generale, nel periodo gennaio-giugno del 2024, i Paesi della UE hanno importato complessivamente il 7% in più di GNL russo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
In particolare, nel periodo indicato sopra, le compagnie energetiche francesi hanno importato 4,4 miliardi di metri cubi di GNL russo, rispetto ai 2 miliardi di metri cubi dello stesso periodo dell’anno precedente.