L’India aumenta le importazioni di oro

In un anno l’import aurifero mensile è cresciuto di 2,3 volte. Firmato trade agreement con i Paesi europei dell'EFTA dal quale però è stata esclusa la voce più importante di tutte: l’oro.

Prithviraj Kothari

Nel mese di febbraio 2024 l’India ha importato oro per 6,15 miliardi di dollari, ovvero il doppio delle importazioni mensili “standard”. Come ha annunciato il ministero del Commercio e dell’Industria dell’India “si è trattato di un risultato da record che ha superato di 2,3 volte le importazioni del febbraio 2023 e di 3,2 volte quelle del gennaio dell’anno in corso”. Nei primi due mesi del 2024 l’India ha importato oro per 8,06 miliardi di dollari. L’India è uno dei maggiori importatori e consumatori di oro nel mondo, ma praticamente non produce da sola questo metallo prezioso.

Nel 2023 l’India ha importato circa 744 tonnellate di oro per un totale di 42,6 miliardi di dollari. Ma come ha dichiarato il presidente dell’Associazione indiana di gioiellieri “India Bullion and Jewellers Association”, Prithviraj Kothari, in marzo le importazioni rischiano di “crollare” a causa di prezzi “esageratamente alti”.

“I consumatori non riescono a ‘digerire’ i prezzi stratosferici, che non potrà non influenzare gli acquisti nella stagione corrente dei matrimoni in India”, ha detto Kothari.

Il 10 marzo 2024 l’India, dopo 15 anni di trattative, ha firmato un accordo di libero scambio (Trade and Economic Partnership Agreement, TEPA) con Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein, i quattro Paesi europei non appartenenti alla UE ma riuniti nella European Free Trade Association (EFTA), per ridurre le tariffe su un ampio spettro di prodotti e attirare investimenti diretti dall’estero.

Il trade agreement riguarda oltre il 95% delle esportazioni EFTA verso l’India, ma non ha toccato la voce più importante di tutte: l’oro. In compenso macchinari elettrici, orologi e cibi confezionati presto non saranno più soggetti ai pesanti regimi tariffari di New Delhi. Oltre all’oro dall’accordo sono esclusi anche una serie di prodotti agricoli e caseari, più il carbone.