L’Italia discute un ritorno al nucleare

L’Italia ragiona sull’opportunità di inserire l’energia nucleare nel mix energetico. Lo ha spiegato il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin nel corso del Forum Ambrosetti a Cernobbio.

“Ho firmato la convocazione di una ‘Piattaforma per il nucleare sostenibile’ non si tratta di una scelta di costruire centrali ma la scelta di rendere palese quello che deve essere un impegno dello Stato sulla ricerca, la sperimentazione e l’implementazione della conoscenza che abbiamo già nel settore del nucleare  e coinvolge molti attori pubblici che hanno mantenuto questa conoscenza a partire da Enea e dalle nostre grandi imprese”, ha spiegato Pichetto Fratin.

L’Italia aveva 4 centrali nucleari realizzate negli anni ’60 e ’70: Latina, Garigliano, Trino e Caorso che furono dismesse in seguito al referendum del 1987 che si tenne dopo il disastro di Cernobyl del 1986. Il Governo Berlusconi, nel 2008, annunciò la ripresa di un programma nucleare che fu in seguito abrogato da un nuovo referendum  nel 2011 (pochi mesi dopo il disastro di Fukushima).

“Siamo tra i pochissimi Paesi al mondo ad aver detto di no, ma io ritengo che l’Italia debba, entro quest’anno, riavviare la propria partecipazione al nucleare”, ha spiegato ancora il Ministro Pichetto Fratin sostenuto anche dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini: “L’Italia non se ne può chiamare fuori – ha spiegato – Conto che entro il 2023 questo governo abbia la forza di spiegare agli italiani perché, nel nome della neutralità tecnologica, non possiamo dire di no a nessuna fonte energetica”.