Nell’Unione europea, nel 2021, è stata riscontrata un’evasione dell’IVA pari a 61 miliardi di euro.
Una classifica in cui l’Italia detiene un triste primato guidando con 14,6 miliardi la graduatoria del “VAT Gap”, ovvero l’indice che stima la differenza tra le entrate attese e quelle effettivamente riscosse. Il dato è tuttavia in miglioramento sia a livello UE, 38 miliardi in meno del 2020, sia per l’Italia che registra una riduzione del gap del 10,7%, una numero senza precedenti e il migliore tra i paesi dell’Unione.
“La maggior parte degli Stati membri dell’UE ha compiuto progressi nell’applicazione dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) nel 2021, secondo il rapporto sul divario IVA 2023 pubblicato dalla Commissione europea. Lo studio annuale mostra che gli Stati membri hanno perso circa 61 miliardi di euro di IVA nel 2021, rispetto ai 99 miliardi di euro del 2020 – si legge in una nota della Commissione europea – Questa cifra rappresenta le entrate perse principalmente a causa di frodi, evasione ed elusione dell’IVA, fallimenti non fraudolenti, errori di calcolo e insolvenze finanziarie”.
Nel rapporto redatto a Bruxelles si evince che, nonostante alcune perdite di gettito siano “fisiologiche” o quantomeno impossibili da evitale, le politiche mirate adottate dai Paesi UE stanno avendo effetti concreti. Pesano in particolare su questo comportamento tendenzialmente “virtuoso” la digitalizzazione dei sistemi fiscali, la segnalazione in tempo reale delle transazioni e la fatturazione elettronica.
“Allo stesso tempo – spiega ancora la Commissione – anche fattori temporanei come le misure di sostegno governativo attuate durante la pandemia COVID-19, che spesso erano subordinate al pagamento delle tasse, possono aver contribuito a questo cambiamento positivo”.