Il settore bancario dell’area dell’euro è abbastanza solido da poter fronteggiare una eventuale grave recessione economica.
E’ il risultato di uno stress test condotto dall’Autorità bancaria europea (European bank authority, EBA) sulla base di un esercizio che ha coinvolto 98 banche dell’area dell’euro (57 di grandi dimensioni e 41 di medie dimensioni) sottoposte alla vigilanza diretta della BCE e che rappresentano l’80% degli attivi totali del settore bancario dell’eurozona.
L’esercizio simulava tre anni di gravi tensioni economiche e questo scenario ridurrebbe il coefficiente di CET1 (coefficiente patrimoniale primario) delle banche vigilate dalla BCE di 4,8 punti percentuali al 10,4%. Nello stress test hanno spiccato gli istituti di credito italiani che sono risultati i più resilienti con un rapporto CET1 del 17,99% al 2025 nello scenario base e dell’11,48% nello scenario avverso caratterizzato da alta inflazione e alti tassi con una contemporanea diminuzione del PIL. Le banche tedesche hanno invece fatto segnare un Cet1 in condizioni avverse di 9,59% e quelle francesi di 9,15%.
“È importante rilevare come la prova di stress abbia mostrato che la capacità delle banche di generare margine di interesse in uno scenario avverso caratterizzato da un aumento dei tassi di interesse dipende in misura cruciale dal loro modello di business e dalla relativa struttura delle attività e delle passività – si legge in una nota della BCE – Ad esempio, le banche che presentano una quota maggiore di prestiti a tasso variabile traggono maggiore beneficio dall’incremento dei tassi di interesse rispetto a quelle che erogano prevalentemente prestiti a tasso fisso. Pertanto, attualmente la BCE sollecita le banche a prestare particolare attenzione alle modalità di gestione dei rischi di tasso di interesse”.
Da notare come le banche più piccole hanno registrato un’erosione maggiore del capitale rispetto agli istituti di maggiori dimensioni (6,6 punti percentuali rispetto a 4,6 punti percentuali).