Il vice premier russo, Alexandr Novak smentisce le allarmanti previsioni arabe: “Non credo che a Vienna vi siano prese delle nuove decisioni drastiche”.
Dopo le previsioni sulle prossime decisioni dell’OPEC+ e sull’andamento del prezzo del petrolio, fatte dai ministri dell’Energia dei Paesi arabi al Forum Economico del Qatar, anche la Russia si è pronunciata sulle probabili risoluzioni dell’OPEC+, che si riunirà a Vienna il 3-4 giugno prossimi.
Per il vice premier del Governo della Russia con la delega all’energia, Alexandr Novak è assai improbabile che l’OPEC+ “cambi significativamente” gli accordi attualmente in vigore. Ciononostante non si può escludere delle risoluzioni, volte “a garantire la stabilità dei mercati e l’equilibrio tra la domanda e l’offerta del greggio”.
In una lunga intervista, rilasciata al quotidiano russo “Izvestia”, Novak ha ipotizzato che nei tre mesi estivi i consumi globali dell’energia “possano registrare un significativo aumento e come conseguenza il prezzo del Brent con molta probabilità salga sopra la quota di 80 dollari al barile, non molto”.
Negli ultimi sei mesi il prezzo medio del marchio Brent è stato di circa 80 dollari al barile, con le periodiche oscillazioni di 5-7 dollari in una o nell’altra direzione. Il prezzo più alto registrato sui mercati internazionali nel periodo indicato è stato pari a 87 dollari e quello minimo a 72 dollari al barile. Nella terza decade di maggio le quotazioni sono state di 76-78 dollari.
L’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio e i suoi alleati, un gruppo di 23 nazioni tra cui la Russia, chiamato come OPEC+, si incontreranno tra una decina di giorni a Vienna per analizzare e per correggere ancora una volta – se necessario – le politiche produttive del Gruppo per la seconda metà dell’anno.
Rispondendo alla domanda sulle aspettative della Russia in vista dell’incontro dell’OPEC+, il vice premier Novak ha ricordato, che sarà il primo incontro “in presenza” degli ultimi sei mesi. La delegazione della Russia presenterà ai colleghi una valutazione propria delle prospettive dei mercati dell’energia. “Non credo che vi siano prese delle nuove decisioni drastiche”, ha dichiarato Novak, ricordando il fatto secondo cui “appena un mese fa alcuni Paesi dell’OPEC+ hanno già approvato la difficile decisione sulla riduzione volontaria della produzione di petrolio”. Per esempio nel mese di maggio 2023 in totale la Russia, l’Arabia Saudita, l’Iraq, gli Emirati Arabi Uniti, il Kuwait e alcuni altri Paesi, dovranno ridurre la propria estrazione del greggio di 1,6 milioni di barili al giorno. “Il nostro compito – ha detto Novak – è quello di monitorare la situazione del mercato e rispondere prontamente per garantirne la stabilità”.