L’ottimismo riguardo ai consumi di energia in Cina stabilizza i prezzi del petrolio

La Russia ha ottenuto dall’OPEC+ l’aumento della propria produzione petrolifera, che nel 2024 salirà da 9,828 milioni di barili a 9,949 milioni di barili al giorno.

Questa settimana i mercati petroliferi hanno ricevuto alcune buone notizie dalla Cina: Pechino liberalizza la propria politica monetaria e aumenta di nuovo le quote per l’import di greggio per le raffinerie, facendo capire che la domanda di idrocarburi in Cina continuerà a crescere.

Come scrive Michael Kern, osservatore dell’autorevole portale Oilprice.com “per la prima volta dopo molte settimane di incertezze, le notizie provenienti dalla Cina hanno tenuto a galla i prezzi del petrolio. La tempistica delle notizie da Pechino non avrebbe potuto essere migliore dopo che la Fed ha ipotizzato nuovi rialzi dei tassi di interesse, mentre la Casa Bianca ha annunciato la necessità di aumentare le scorte strategiche statunitensi di idrocarburi”. L’emissione da parte delle autorità cinesi delle quote supplementari per l’import di greggio, nonché la decisione di “liberalizzare la politica monetaria di Pechino” dovrebbero dare una spinta allo sviluppo delle raffinerie cinesi, con il conseguente rialzo della domanda, che da tanto tempo auspicano i produttori del petrolio.
L’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) crede, che l’India e non la Cina possa diventare il principale motore che trascinerà la crescita della domanda di petrolio nei prossimi anni. Secondo gli esperti dell’Aie, entro il 2027 l’India supererà la Cina come il maggiore consumatore del petrolio e spingerà al rialzo la domanda petrolifera globale. Inoltre nel 2023-2028 il 75% della futura crescita globale dei consumi di greggio si otterrà grazie ai Paesi asiatici.
La Cina dà slancio agli acquisti annunciano nuove quote per l’import. Le autorità di Pechino hanno dato un nuovo impulso all’acquisto alle raffinerie private in Cina, decidendo l’emissione del terzo lotto di quote per l’importazione di petrolio nel 2023 di un volume totale pari a 62,28 milioni di tonnellate, portando il totale di quest’anno a 194,1 milioni di tonnellate, ovvero il 20% in più rispetto al corrispondente periodo del 2022.
I produttori curdi contano le perdite di giorno in giorno. Mentre i negoziatori iracheni e turchi si stanno preparando per la ripresa dei colloqui tecnici, volti a riavviare le esportazioni di greggio dal porto mediterraneo turco di Ceyhan, lo stop di 80 giorni ai carichi è già costato alle autorità curde più di due miliardi di dollari.
Gli Stati Uniti hanno fissato l’obiettivo di pompare nelle proprie riserve strategiche altri 12 milioni di barili di greggio. Attualmente le riserve strategiche degli Stati Uniti si trovano al livello più basso sin dal 1983, la Casa Bianca ha annunciato l’intenzione di acquistare almeno 12 milioni di barili entro la fine di quest’anno. Vuol dire che nel periodo ottobre-dicembre del 2023 gli Usa dovranno acquistare almeno sei milioni di barili di greggio.
Infine, scrive Oilprice.com, la Russia ha ottenuto dall’OPEC+ l’aumento della produzione giornaliera di greggio, che nel 2024 salirà da 9,828 milioni di barili al giorno, decisi inizialmente all’ultimo summit dell’OPEC+ a Vienna, a 9,949 milioni di barili al giorno.