Lula apre a Belem il vertice sull’Amazzonia

Il presidente del Brasile, Ignacio Lula da Silva ha aperto il vertice sull’Amazzonia che riunisce i paesi sui cui territori si sviluppa la più grande foresta del mondo: Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Guyana, Perù, Suriname e Venezuela.

“Una gioia accogliere i Paesi amazzonici in Brasile. Da 14 anni i nostri Paesi non si riunivano per discutere della cooperazione fra Paesi. Un incontro nel bel mezzo della crisi climatica. Riconcilieremo la tutela dell’ambiente con lo sviluppo economico sostenibile”.

A Belem, in Brasile, nello stato del Paranà, i presidenti si riuniscono in queste ore per tracciare un percorso comune che ha due obiettivi principali: la difesa della foresta Amazzonica e la lotta ai crimini ambientali. L’obiettivo del summit sarà quello di arrivare a una dichiarazione comune che stabilisca le strategia per preservare il grande polmone verde. Ma c’è chi si spinge oltre, come il presidente della Colombia, Gustavo Petro che parla di arrivare a una “Nato dell’Amazzonia” e di un patrimonio da difendere “con le armi se necessario”.

Lula ha confermato l’apertura a una collaborazione con le “nazioni più ricche”  per difendere il polmone verde, ribadendo che occorre molto denaro per fermare il cambiamento climatico. “Ci hanno promesso 100 miliardi di dollari, ma stiamo ancora aspettando quei soldi. Non abbiamo il diritto di essere l’unico animale sulla Terra a distruggere la propria casa, è importante preservare l’Amazzonia per il mantenimento della specie umana”, ha spiegato Lula.

Sempre a Belem, tra due anni, si terrà il COP30 (la conferenza sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite): “Quando arriverà il 2025, avremo un grande, grande dibattito sul clima nel cuore dell’Amazzonia”, ha concluso Lula.