La tempesta Boris ha causato le piogge incessanti in molti Paesi dell’Europa Centrale e Orientale
Si aggrava di ora in ora la situazione in Austria, dove in seguito ad alcuni giorni di piogge torrenziali il livello dell’acqua di diversi fiumi sta aumentando drammaticamente e molti hanno già rotto gli argini. A causa delle inondazioni e del forte vento la regione della Bassa Austria, che si trova attorno a Vienna, la capitale austriaca, è stata dichiarata “zona di calamità naturale”. Secondo il governatore locale, Johanna Mikl-Leitner, “almeno sei corsi d’acqua nella Bassa Austria hanno rotto gli argini, con pesanti inondazioni in diverse strade della regione”. In alcune aree c’è un alto rischio di frane a causa del terreno saturo d’acqua e nella capitale due linee della metropolitana sono state parzialmente chiuse.
La situazione è particolarmente precaria attorno ai fiumi Kamp e Krems, entrambi affluenti del Danubio. La compagnia ferroviaria ÖBB ha sospeso vari servizi ferroviari nell’est del Paese.
Oltre all’Austria le conseguenze della tempesta Boris che sta causando le piogge incessanti nell’Europa Centrale e Orientale, hanno colpito anche la Repubblica Ceca, l’Ungheria, la Romania (dove si registrano cinque morti), la Slovacchia e la Polonia, dove una persona è morta dopo essere stata trascinata da un corrente d’acqua. In questi Paesi molte strade e linee ferroviarie sono completamente bloccate e in diverse zone manca l’elettricità.
Nella notte tra sabato e domenica (14-15 di settembre per chi legge) i vigili del fuoco hanno dovuto salvare persone rimaste intrappolate nelle loro case. Un vigile del fuoco austriaco ha perso la vita durante un’operazione di soccorso a una persona bloccata nella propria auto. In alcuni comuni gli abitanti delle strade vicine ai fiumi hanno dovuto lasciare le abitazioni. La proclamazione di zona di catastrofe conferisce alle autorità poteri maggiori, come quello di ordinare l’evacuazione.