Mar Rosso, attacchi USA-UK in Yemen, timori ambientali per una macchia di petrolio di 30 km

Gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno lanciato una serie di attacchi contro “decine di obiettivi Houthi” in Yemen. I raid sarebbero andati a colpire 18 obiettivi in diverse aree del Paese, secondo quanto riportano fonti statunitensi. Gli attacchi dell’aviazione avevano come obiettivi postazioni missili, lanciatori, droni, veicoli di superficie e sottomarini senza equipaggio.
Quella del 24 febbraio è la quarta azione congiunta in Yemen in quello che è definito come un “tentativo di scoraggiare gli Houti” da ulteriori attacchi alle navi in transito nel Mar Rosso.

Intanto oltre ai problemi logistici causati dalla crisi nel Mar Rosso che interessano l’economia globale, ora si è aggiunta la preoccupazione per un possibile disastro ambientale. Secondo fonti statunitensi infatti in seguito a un attacco degli Houti a una nave mercantile ci sarebbe stata una fuoriuscita di petrolio che avrebbe provocato una marea nera di quasi 30 chilometri.

Ad essere colpita sarebbe la nave Rubymar che batte bandiera del Belize ed è di proprietà britannica che sarebbe stata colpita lo scorso 18 febbraio. Secondo un comunicato del Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM): “La nave è ancorata ma sta lentamente imbarcando acqua. L’attacco (…) ha causato danni significativi alla nave, provocando una marea nera lunga 18 miglia (29 km, ndr). La Rubymar trasportava oltre 41.000 tonnellate di fertilizzanti quando è stata attaccata, che potrebbero riversarsi nel Mar Rosso e peggiorare questo disastro ambientale”.

E il 25 febbraio Yahya Saree, portavoce militare degli Houthi, ha fatto sapere di un attacco con diversi missili alla petroliera americana Torm Thor nel Golfo di Aden.