Mercosur – Ue, Lula avverte: “Non firmiamo accordi che ci condannano”

Lula: Non vogliamo avere l’eterno ruolo di esportatori di materie prime

Si è concluso a Puerto Iguazu, in Argentina, il vertice a cui hanno partecipato i presidente degli stati aderenti al Mercosur, il mercato comune dell’America meridionale.

Tema forte dell’incontro è l’accordo commerciale con l’Unione europea. Un’intesa di massima era stata raggiunta nel 2019 ma ci sono ancora aspetti da sistemare e, soprattutto, l’accordo deve esse equo, come sostenuto dal presidente in carica attualmente, Igracio Lula.
“Mi impegno a concludere un accordo con l’Unione europea che deve essere equilibrato – ha spiegato il presidente del Brasile attuale guida del blocco – Il documento aggiuntivo presentato dall’Ue a marzo di quest’anno è inaccettabile, i partner strategici non negoziano con diffidenza. È imperativo che il Mercosur presenti una risposta rapida e energica. ‘Non vogliamo avere eterno ruolo di esportatori di materie prime’”. Lula ha sottolineato il fatto gli accordi non si firmano con “una spada puntata alla testa”. E la spada in questione è proprio il più restrittivo accordo sulle tematiche ambientali che Bruxelles vorrebbe aggiungere.

In ogni caso il compito principale del semestre di presidenza di Lula è proprio quello di sbloccare e finalizzare l’accordo con l’Europa entro la fine dell’anno finalizzando trattative che si protraggono da due decenni. I paesi sudamericani hanno poi rinnovato “l’impegno del Mercosur per il rafforzamento della democrazia, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, e hanno sottolineato l’importanza dell’agenda economica, commerciale, sociale e culturale del blocco a beneficio dei suoi cittadini”. Questo lo si legge in un documento diffuso a fine incontro su cui però non c’è la firma del presidente dell’Uruguay, Luis Alberto Lacalle Pou.

Quest’ultimo ha espresso la necessita di una maggiore flessibilità del blocco Mercorur, minacciato di “chiudere accordi unilaterali”, cosa che è invece decisamente osteggiata dai suoi colleghi.