E' la prima donna presidente del Paese e la più votata di sempre
Si è concluso in Messico lo spoglio del voto del 2 giugno . Claudia Sheinbaum, largamente in testa già nei sondaggi pre – elettorali ha ottenuto una larga maggioranza con 35,92 milioni di voti nelle elezioni presidenziali messicane, pari al 59,75%, un record nella storia recente del Messico. Sheinbaum è anche il primo presidente donna, non solo del Messico ma di tutto il Nord America, e il primo presidente di origini ebraiche: la famiglia, da parte materna, è emigrata dalla lituania a inizio ‘900 mentre i nonni paterni arrivano dalla Bulgaria negli anni ’40 per sfuggire alle persecuzioni dei nazisti.
Il voto dei messicani è così andato alla candidata di sinistra che guiderà il Paese nei prossimi sei anni in continuità con il presidente López Obrador di cui Sheinbaum è l’erede politica.
Per Sheinbaum, 61 anni, è un ulteriore traguardo storico, infatti già nel 2018 era stata la prima donna eletta a capo del governo di Città del Messico. La coalizione che l’ha sostenuta, formata dai partiti Morena, PT e PVEM ha come detto ottenuto il 59,75% dei voti, mentre Xóchitl Gálvez alla guida di una colazione di stampo conservatore con il supporto di PAN-PRI-PRD, ha ottenuto 16,5 milioni di voti pari al 27,45% mentre al terzo posto Jorge Álvarez Máynez, del Movimento Cittadino, ha conquistato 6,2 milioni di voti (10,3%).
“Per la prima volta in 200 anni di Repubblica, diventerò la prima donna presidente del Messico. Non sono qui da sola, sono qui con tutte. Sono con le eroine che ci hanno regalato la patria, con le nostre antenate, le nostre madri, le nostre figlie e le nostre nipoti”, aveva detto Shinbaum prima del riconteggio finale di quasi il 70% delle schede che ha ulteriormente aumentato il suo vantaggio sui rivali.
La sua coalizione ha vinto anche le amministrative di Città del Messico, con Clara Brugada e negli stati di Chiapas, Morelos, Puebla, Tabasco, Veracruz e Yucatán mentre a Jalisco è testa a testa con l’opposizione e ci sarà la riconta dei voti.
Le sfide che Sheinbaum ha davanti sono consistenti, in particolare il tema da sempre centrale in Messico: la lotta ai cartelli della droga che hanno fatto sentire in maniera particolare la loro presenza nell’ultima tornata elettorale. Secondo quanto ricostruisce ilpost.it alla vigilia delle elezioni 32 candidati erano stati assassinati per motivi politici, 100 se si considerano anche i loro familiari o collaboratori; 560 persone erano state vittime di attacchi violenti per motivi politici.