Sembra esserci accordo tra Italia e Francia per far slittare la chiusura per manutenzione del tunnel del Monte Bianco.
Il traforo doveva essere chiuso dal 4 settembre fino a inizio dicembre per opere di manutenzione straordinaria nell’ambito di un progetto di ammodernamento della struttura che prevede l’interruzione della via di comunicazione per 3 o 4 mesi ogni anno fino al 2041. Questa chiusura a intermittenza per quasi un ventennio porterebbe a un costo di 11 miliardi di euro di PIL, secondo le stime di Confindustria Piemonte.
Ma il 27 agosto una frana in Val Maurienne, nella Savoia francese, ha portato le autorità a impedire il transito dei mezzi pesanti attraverso il traforo del Frejus, blocco che dovrebbe durare per un paio di settimane. La conseguenza è stata lo spostamento dell’intero traffico tra l’Italia e la Francia sulle due altre direttrici percorribili, ovvero Ventimiglia (A10) e il traforo del Monte Bianco. Gli ultimi giorni di agosto hanno visto code interminabili e ore di attesa per attraversare il tunnel con tutte le arterie principali che attraversano la Valle d’Aosta bloccate.
Il 31 agosto il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e l’omologo francese Clément Beaune si sono trovati d’accordo per far slittare la chiusura del Monte Bianco fissata per il 4 settembre e hanno fatto sapere che “i lavori andranno ricalendarizzati indipendentemente dalla riapertura del Frejus. Probabilmente slitteranno a settembre 2024”. Una decisione definitiva sarà presa dalla Conferenza intergovernativa che si riunirà a breve.
Questi problemi vanno ad aggiungersi a una situazione decisamente critica dei trasporti tra il nord Italia e il resto dell’Europa. Attraverso Brennero, Tarvisio, Ventimiglia, Sempione, Fréjus, monte Bianco e San Gottardo transitano ogni anno merci che equivalgono al 60% dell’export italiano. E la situazione dei valichi “non può più essere considerata un’emergenza per il nostro Paese ma una vera e proprie criticità cronica”, spiega Confcommercio in una nota. Il sistema rimane infatti particolarmente esposto a incidenti e eventi atmosferici. A questo si aggiungono anche problemi politici con l’Austria che continua a limitare l’accesso dei tir attraverso il Passo del Brennero. Una situazione difficile da migliorare nel breve periodo: la tanto discussa TAV (la linea ferroviaria ad alta velocità che collegherà Torino e Lione) è in ritardo di circa 15 anni e non sarà pronta prima del 2033. Un secondo traforo del Monte Bianco è al momento solo un’idea.