Natale cattolico: il Papa “tacciano le armi!”

Il Pontefice ha invitato i potenti del mondo ad “aprire con audacia a negoziati per una pace giusta”, dall'Ucraina, alla Gaza, al Sudan e ad altre zone di conflitti.

Dalla Loggia centrale della basilica vaticana, Papa Francesco ha pronunciato il tradizionale messaggio di Natale “Urbi et Orbi” (alla città e al mondo), esortando al coraggio di “far tacere le armi e superare le divisioni”. La preghiera per la fine dei conflitti e delle crisi in Ucraina, Medio Oriente, Africa, Myanmar, Cipro e diversi Paesi del continente americano.

Papa Francesco ha dunque lanciato un accorato appello per la pace, sottolineando l’urgenza di far tacere le armi e superare le divisioni in un mondo segnato da guerre e crisi umanitarie. Il Pontefice ha citato i principali focolai di conflitto, dall’Ucraina alla Gaza, fino al Sudan dilaniato dalla guerra civile, chiedendo gesti concreti di dialogo e solidarietà.

Rivolgendosi ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro e al pubblico globale, che hanno seguito le cerimonie natalizie in Mondovisione, Francesco ha invocato la fine delle ostilità in Ucraina, auspicando una pace duratura: “Tacciano le armi! Si abbia l’audacia di aprire la porta al negoziato e a gesti di dialogo e d’incontro, per arrivare a una pace giusta e duratura”. Sarà un’impresa ardua dal momento che il presidente ucraino, Zelensky, con un suo decreto ha vietato qualsiasi tipo di dialogo con la Russia.

Il Papa ha poi puntato i riflettori sulla disastrosa situazione a Gaza, condannando il bombardamento di scuole e ospedali e rinnovando l’appello per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi.

Non meno drammatica è la situazione in Sudan, dove milioni di sfollati e una crescente carestia aggravano una crisi umanitaria definita dalle Nazioni Unite come la peggiore al mondo. Francesco ha chiesto con forza la facilitazione degli aiuti e il sostegno ai più vulnerabili.

Il Papa ha inoltre menzionato numerosi altri Paesi del mondo afflitti da conflitti o instabilità, dal Medio Oriente all’Africa, dalla Birmania a Haiti, richiamando l’attenzione sulle famiglie colpite dal morbillo nella Repubblica Democratica del Congo e sulle vittime del terrorismo e del cambiamento climatico in Burkina Faso, Mali e Niger.

Infine, un appello all’unità: Francesco ha esortato i leader globali a costruire il bene comune, superando le divisioni ideologiche e fisiche, e ha rinnovato la richiesta di cancellare i debiti dei Paesi più poveri.

Il Pontefice si è rivolto al mondo con l’invito è a non avere paura, perché la misericordia di Dio “dissolve l’odio”. “Fratelli e sorelle, non abbiate paura!”, ha detto il Santo Padre. “Lasciamoci riconciliare con Dio, e allora saremo riconciliati con noi stessi e potremo riconciliarci tra di noi, anche con i nostri nemici. La misericordia di Dio può tutto, scioglie ogni nodo, abbatte ogni muro di divisione, la misericordia di Dio dissolve l’odio e lo spirito di vendetta. Venite! Gesù è la Porta della pace”, ha detto il Papa.