Nei Paesi balcanici cresce sentimento anti UE

Le popolazioni della Serbia e dei Balcani Occidentali incolpano gli Stati Uniti, la NATO e l'Occidente in generale per l’inizio della guerra in Ucraina

Parlano molto chiaro i risultati di un recente sondaggio d’opinione, condotto tra i paesi balcanici da Ipsos, uno dei più grandi centri demoscopici al mondo nel settore delle ricerche di mercato, analisi di opinione e consulenza strategica, per conto dell’organizzazione statunitense “International Republican Institute” (IRI). Sintetizzando i risultati della ricerca si può dire che tra le “popolazione dei Paesi dei Balcani occidentali pur permanendo ancora un forte orientamento filo-occidentale, esiste invece il rischio che si perda la fiducia nel processo di integrazione euro-atlantica”. Il leader di questo processo è la Serbia, dove “cresce rapidamente il sentimento filo-russo, mentre diminuisce il sostegno nei confronti dell’adesione all’Unione europea”.

Secondo il sondaggio, in Serbia nel 2024 il sostegno all’Unione europea è sceso al di sotto del 40%, mentre la Russia è considerata dai serbi il “partner principale”, mentre gli Stati Uniti rappresentano “una minaccia”. In Montenegro sta diminuendo la fiducia e lo sostegno alla NATO e anche qui il maggior numero di intervistati vede gli USA come la “più grande minaccia, e la Serbia come il partner più grande”. Sempre secondo la ricerca Ipsos, il maggiore sostegno agli Stati Uniti e alle istituzioni occidentali si trova, ovviamente, in Kosovo e in Albania.

L’istituto IRI è un’organizzazione che si dichiara “non governativa”, creata per “diffondere i valori democratici degli USA in tutto il mondo”. Molti Paesi, soprattutto del Sud Globale, considerano le attività dell’IRI “sovversive” che rappresentano una minaccia alla loro sovranità. C’è chi sostiene che l’IRI abbia partecipato all’organizzazione dei cosiddette “rivoluzioni colorate” in Georgia, in Ucraina e in altre repubbliche ex sovietiche. E il direttore dell’IRI, Paul McCarthy, commentando i risultati dei sondaggi, ha dichiarato che si tratta di una “tendenza preoccupante”. Rispetto al precedente sondaggio del 2022, in Serbia “c’è ancora meno sostegno per l’orientamento filo-occidentale e per l’adesione alla UE”, ha detto McCarthy, secondo cui non può non sorprendere “quanti intervistati abbiano incolpato gli Stati Uniti” per l’inizio della guerra in Ucraina. Secondo McCarthy “lo si vede dai dati della Serbia, ma ci sono anche molte persone, molti intervistati in Bosnia Erzegovina, e soprattutto nella Macedonia del Nord, che incolpano gli Stati Uniti, la NATO e l’Occidente in generale per l’inizio della guerra”. Probabilmente perché i serbi non hanno dimenticato e non dimenticheranno mai i bombardamenti della ex Jugoslavia dalla NATO nel marzo del 1999.