Nel 2023 le emissioni di CO2 sono aumentate dell’1,1% a causa dei cambiamenti climatici

La siccità che nel 2023 ha colpito diversi territori del mondo ha fatto diminuire la generazione idroelettrica. La Svizzera si avvicina a un referendum nazionale per abolire il divieto alla costruzione delle nuove centrali nucleari.

L’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) ha analizzato le emissioni globali di CO2 legate alla generazione dell’energia. Secondo gli esperti dell’AIE nel 2023 le emissioni di anidride carbonica  sono aumentate dell’1,1% soprattutto a causa del calo della produzione di elettricità dalle centrali idroelettriche, provocato dalla siccità che l’anno scorso ha colpito molti regioni del mondo, dall’Europa, all’Africa e all’America Latina. Inoltre la crescita industriale della Cina che nel 2023 ha incassato un aumento del PIL del 5,2% ha contribuito notevolmente all’impennata delle emissioni di CO2.

Le emissioni di CO2, legate in un modo o nell’altro alla produzione di energia, che rappresentano circa il 90% dell’anidride carbonica emessa nell’atmosfera dagli esseri umani, sono aumentate l’anno scorso di 410 milioni di tonnellate, raggiungendo quota record di 37,4 miliardi di tonnellate. Il riscaldamento globale e come conseguenza la siccità che ha fatto calare la generazione idroelettrica globale, da solo, ha fatto aumentare le emissioni di circa 170 milioni di tonnellate.

Ma come ha sottolineato il direttore esecutivo dell’AIE, Fatih Birol, la “tendenza non sembra essere così negativa come l’anno precedente, quando le emissioni erano aumentate di 490 milioni di tonnellate”. Per Birol “la transizione verso le energie pulite sta procedendo a ritmo sostenuto e sta riducendo le emissioni, anche se nel 2024 la domanda globale di energia crescerà più rapidamente che nel 2022-2023”.

In questo contesto non è passata inosservata l’iniziativa popolare dei cittadini svizzeri intitolata “Stop al blackout” che vuole porre in discussione il blocco alla costruzione delle centrali nucleari. Gli attivisti insistono che il divieto di costruire nuove centrali nucleari in Svizzera va rivisto. I promotori dell’iniziativa popolare “Energia elettrica in ogni tempo per tutti – Stop al blackout“ hanno inoltrato venerdì 1° marzo alla Cancelleria federale più di 130.000 firme, ovvero molto ben oltre le 100.000 necessarie per avviare un dibattito nazionale. Come hanno sottolineato i leader del movimento gli “ultimi inverni hanno dimostrato che la Svizzera non produce abbastanza elettricità e che dipende da fornitori stranieri”. Secondo Eduard Kiener, ex direttore dell’Ufficio federale svizzero dell’energia, “l’obiettivo zero emissioni entro il 2050 può essere raggiunto solo con l’aiuto dell’energia nucleare”. Anche stando al consigliere nazionale per l’energia, Marcel Dobler, “bisogna eliminare i divieti tecnologici attuali per consentire la costruzione di nuove centrali nucleari”.