La giunta militare che ha destituito nei giorni scorsi il presidente del Niger Mohamed Bazoum ha formato un nuovo governo. Intanto il Paese rischia una grave crisi alimentare e oggi si riunisce l’Ecowas dopo la fallita missione diplomatica tentata nella giornata di ieri.
Il leader militare del Paese, Abdourahamane Tiani, ha annunciato attraverso la televisione di Stato la formazione di un governo guidato da Ali Mahaman Lamine Zeine a cui sono affiancati 20 ministri. Tra questi, a gestire Difesa e Interni, saranno i generali del Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Patria, ovvero le forze che hanno attuato il colpo di Stato. Nel frattempo si è formato un gruppo di resistenza, il Conseil de la Resistance pour la République, che punta a riportare al potere il presidente Bazoum.
Secondo quanto riporta La Repubblica, Ali Mahaman Lamine Zeine, tecnocrate, economista ed ex ministro delle Finanze del Niger, sarebbe stato scelto per la carica di premier per la sua “presentabilità” agli occhi degli osservatori internazionali.
Ad Abuja, in Nigeria, si riunisce invece il summit straordinario dell’Ecowas (la comunità economica dell’Africa Occidentale) per decidere le reazioni ai fatti accaduti in Niger. Nei giorni scorsi Ecowas aveva minacciato un intervento militare anche se diversi analisti avevano espresso dubbi sull’effettiva credibilità di questa minaccia. Di certo ci sono le sanzioni intraprese contro il Niger tra cui il taglio delle forniture elettriche che stanno creando non poche difficoltà al Paese del Sahel.
La situazione umanitaria in Niger è particolarmente complicata e si rischia una crisi alimentare. L’ANSA riporta le parole di Morena Zucchelli, capo missione in Niger di Coopi-Cooperazione Internazionale, attiva nel Paese dal 2012: “Le conseguenze del golpe potrebbero avere effetti devastanti sulla vita di milioni di persone, specialmente di chi ha già bisogno di assistenza umanitaria. Il primo impatto negativo si riscontra nell’accesso al cibo: l’aumento dei prezzi degli alimenti, soprattutto di quelli alla base dell’alimentazione (riso, cipolle e patate) può portare in qualche settimana ad una grave crisi alimentare”. In più la mancanza di elettricità mette a serio rischio anche il sistema sanitario perché rende impossibile la conservazione di alcune tipologie di farmaci e vaccini. Zucchelli ha sottolineato poi come la loro stessa attività in questi giorni sia decisamente ostacolata dall’impossibilità di trovare beni di prima necessità come viveri e carburante.