Il provvedimento è stato criticato dagli ambientalisti perché minaccia la distruzione di gran parte dei fondali offshore
Dopo alcuni mesi di aspre polemiche, il Parlamento della Norvegia ha approvato una legge che permette la controversa pratica dell’estrazione mineraria dai fondali marini. In questo modo Oslo intende accaparrarsi minerali sempre più richiesti dall’industria globale per la transizione energetica, come litio, scandio e cobalto. La nuova legge è stata criticata dalle organizzazioni per la tutela dell’ambiente naturale perché potrà avere un impatto negativo ambientale enorme. Secondo molti esperti norvegesi e internazionali “l’estrazione mineraria dai fondali marini potrebbe comportare la distruzione di gran parte dei territori su cui viene fatta”.
Nel mondo è diffusa la trivellazione offshore dei fondali marini per l’estrazione del petrolio e del gas naturale, ma finora nessun Paese ha mai praticato questo genere di estrazione mineraria su scala commerciale. Con la nuova legge la Norvegia punta a diventare il primo Paese del mondo a farlo.
Di fronte alle proteste degli ambientalisti i legislatori hanno messo le mani avanti, sottolineando il fatto secondo cui “la legge per ora permette l’estrazione sui fondali marini norvegesi”. Ma sembra che dopo questa prima fase la Norvegia sia intenzionata a muoversi per ottenere i permessi di estrarre preziosi minerali anche in acque internazionali. Inoltre il Governo norvegese ha dichiarato che “non permetterà da subito di cominciare a estrarre”. Le aziende che vorranno farlo dovranno inviare delle richieste per ottenere una licenza, comprendendo anche una serie di valutazioni ambientali, e il Parlamento norvegese valuterà se approvarle caso per caso.