Volker Türk: "Israele rispetti pienamente e immediatamente gli obblighi derivanti dal diritto internazionale"
L’OHCHR, l’ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha comunicato di aver scoperto che quasi il 70% delle vittime a Gaza sono bambini e donne, fatto che indicherebbe “una violazione sistematica dei principi fondamentali del diritto umanitario internazionale, tra cui la distinzione e la proporzionalità”. E il fatto che questi attacchi continuano ad uccidere in maniera uniforme tutta la popolazione “dimostra un’apparente indifferenza alla morte dei civili e all’impatto dei mezzi e dei metodi di guerra scelti”
Il rapporto presentato, che contiene un’indagine su un periodo di sei mesi tra novembre 2023 e aprile 2024, descrive l’orribile realtà che la popolazione della Striscia di Gaza ha dovuto affrontare dal 7 ottobre 2023. Volker Türk, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, ha sottolineato che l’imperativo, per Israele, è quello di rispettare pienamente e immediatamente gli obblighi derivanti dal diritto internazionale e dalle regole di guerra.
“È essenziale che si facciano i dovuti conti con le accuse di gravi violazioni del diritto internazionale attraverso organi giudiziari credibili e imparziali e che, nel frattempo, vengano raccolte e conservate tutte le informazioni e le prove pertinenti”, ha spiegato Türk.
Le uccisioni di civili e le violazioni del diritto internazionale “potrebbero in molti casi costituire crimini di guerra. Se commesse come parte di un attacco diffuso o sistematico diretto contro una popolazione civile, in seguito a una politica statale o organizzativa, queste violazioni possono costituire crimini contro l’umanità”, spigano ancora le Nazioni unite puntualizzando che se queste azioni sono state commesse “con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, possono anche costituire genocidio”.
Oltre agli “attacchi indiscriminati” si punta il dito anche contro l’assedio completo ai danni di Gaza e le mancanze del governo israeliano nel consentire l’ingresso di aiuti umanitari.