A pochi giorni dall’apertura dei lavori a Dubai della COP28, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (30 novembre – 12 dicembre 2023), gli esperti dell’Organizzazione dell’ONU per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) hanno annunciato, che negli ultimi 30 anni a causa di eventi naturali calamitosi la produzione agricola mondiale ha subito perdite per un valore stimato in 3.800 miliardi di dollari.
In un articolo, pubblicato sulle pagine del quotidiano italiano Corriere della sera, il vice Direttore generale della FAO, Maurizio Martina, ha sottolineato che “i riflessi di questi eventi sconvolgenti sulla sicurezza alimentare sono immediati, soprattutto per i Paesi più fragili”. Secondo le stime degli esperti della FAO il drammatico moltiplicarsi di eventi calamitosi, che sono aumentati dai 100 all’anno registrati negli anni ’70 del secolo scorso ai circa 400 all’anno nelle ultime due decadi “provoca all’agricoltura una perdita media di 123 miliardi di dollari l’anno, ovvero il 5% del prodotto interno lordo agricolo globale”.
“Gli eventi calamitosi – ha scritto Martina – aumentano non solo in termini di frequenza, intensità e complessità, ma peggiorano i loro effetti sociali e ambientali”. Secondo il vice Direttore della FAO occorrono ovunque nuove strategie immediate d’intervento da parte degli Stati e dei Governi almeno su tre versanti principali, che vanno da un miglioramento qualitativo dell’analisi dei dati e delle informazioni sugli effetti delle catastrofi nei diversi settori agricoli e alimentari, all’aumento degli investimenti nella tenuta dei sistemi rurali e infine allo sviluppo di approcci “multisettoriali e multirischio” per la riduzione dei danni attraverso l’introduzione nell’agricoltura dei nuovi strumenti assicurativi, che siano in grado di aiutare prima di tutto le piccole e medie aziende del settore agroalimentare.
Il monito di Martina deve attirare l’attenzione dei partecipanti della prossima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ai problemi dell’agricoltura. “Si attendono passi avanti operativi sulle azioni indispensabili di mitigazione e adattamento alla crisi climatica che riguarda il mondo intero, senza alcun impossibile confine o barriera – ha sottolineato nel suo articolo il vice Direttore della FAO -. Ai Paesi più sviluppati tocca giustamente una responsabilità superiore che non può essere tradita. In tempi complessi come quelli che stiamo vivendo, serve un impegno tenace per essere all’altezza di questo cambiamento che non ammette titubanze e scorciatoie”.