ONU: il Consiglio di sicurezza si riunirà dopo la decisione dell’Aja su Israele

È in crisi l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi: i suoi 12 dipendenti (ora licenziati) avrebbero partecipato al cruento attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023

Philippe Lazzarini

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà mercoledì 31 gennaio per esaminare la decisione della Corte internazionale di giustizia dell’Aja che ha chiesto a Israele di impedire un “genocidio” a Gaza. La scorsa settimana la Corte dell’Aja aveva stabilito che non respingerà il caso intentato dal Sudafrica contro Israele. Pretoria accusa Tel Aviv di genocidio e la Corte, nella sua sentenza preliminare, ha respinto la richiesta israeliana di “archiviare il caso”. La riunione del Consiglio di sicurezza sarà convocato su richiesta dall’Algeria “al fine di dare effetto esecutivo alla decisione della Corte internazionale di giustizia”.

Intanto si addensano le nubi sull’UNRWA, l’Agenzia dell’ONU per i rifugiati palestinesi, dopo che venerdì 26 gennaio il capo dell’organizzazione ha licenziato dodici dipendenti palestinesi accusati di “essere coinvolti nel massacro di civili compiuto da Hamas nel Sud di Israele il 7 ottobre 2023”. Subito dopo gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Germania, il Canada, l’Australia, l’Olanda e la Finlandia hanno annunciato di “aver sospeso i finanziamenti all’UNRWA, L’Italia aveva già sospeso i finanziamenti praticamente all’indomani dell’attacco di Hamas. Le conseguenze di questo black out collettivo non si faranno attendere dal momento che l’Agenzia va avanti soltanto grazie alle donazioni degli Stati-sponsor.

E mentre Israele ha promesso di “diffondere presto le informazioni sui 12 dipendenti licenziati” il Commissario generale dell’Agenzia, Philippe Lazzarini, ha definito “scioccante” la sospensione dei fondi. “Nove Paesi ad oggi hanno temporaneamente sospeso i loro finanziamenti all’UNRWA – ha scritto Lazzarini in una nota -. Queste decisioni minacciano il nostro lavoro umanitario in tutta la regione, inclusa e soprattutto nella Striscia di Gaza.

È scioccante vedere una sospensione dei fondi in reazione alle accuse contro un piccolo gruppo di dipendenti, soprattutto considerando l’azione immediata intrapresa dall’UNRWA, risolvendo i loro contratti e chiedendo un’indagine trasparente e indipendente”. Lazzarini ha ricordato che dall’UNRWA “dipendono oltre 2 milioni di persone per la loro mera sopravvivenza a Gaza”.

Il Segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha chiesto agli Stati di “garantire la continuità” delle operazioni dell’Agenzia per i rifugiati palestinesi: “Pur comprendendo le loro preoccupazioni – anch’io sono rimasto inorridito da queste accuse – faccio appello con forza ai Governi che hanno sospeso i loro finanziamenti almeno a garantire la continuità delle operazioni dell’UNRWA”, ha dichiarato Guterres.

Gli Stati Uniti erano il “donatore più generoso” dell’UNRWA grazie alla decisione del presidente, Joe Biden, che aveva ripreso a mandare denaro ai palestinesi – 200 milioni di dollari nel 2023 – dopo che il suo predecessore e il possibile successore, Donald Trump, aveva interrotto i finanziamenti.

Contrariamente alle decisioni dei Paesi vicini, la Norvegia e l’Irlanda hanno deciso di continuare a sostenere l’Agenzia dell’ONU perché “svolge un ruolo troppo importante nella Striscia di Gaza, un territorio nel mezzo di una catastrofe umanitaria”.