Il Paese caraibico è alle prese con una crisi senza precedenti
Manca il pane, la benzina è aumentata del 500% e ora si spendono anche i lampioni dell’illuminazione pubblica. Quella di Cuba è una crisi che sembra senza via d’uscita con il Prodotto interno lordo che è diminuito del 10% dal 2019. I blackout, triste consuetudine negli ultimi anni, stavano nelle ultime settimane diventando sempre più frequenti e per limitarli gli amministratori hanno deciso di spegnere il 75% dell’illuminazione pubblica.
Ad annunciarlo, come riportato dai media cubani, il Ministro delle Miniere e dell’Energia Vicente de la O Levy spiegando che la misura si inquadra nello scenario di crisi che il Paese deve affrontare e che ha portato il Governo a chiedere l’aiuto del PAM, il Programma alimentare delle Nazioni unite; le limitazioni riguarderanno anche altri servizi statali. Cuba importa la maggior parte dei beni che consuma e si trova in difficoltà per la scarsità di valuta estera. Lo stesso Ministro aveva spiegato di aver ricevuto circa la metà delle forniture di carburante previste nel mese di febbraio.
La situazione di crisi è, secondo il Governo, causata essenzialmente dalle sanzioni statunitensi, che erano state inasprite da Donald Trump e che colpiscono anche il turismo, una delle maggiori attività economiche del Paese, ma anche i servizi medici e le rimesse di chi guadagna valuta estera. Poi la crisi legata al Covid e le crisi internazionali con l’aumento dei costi di trasporto che rappresentano un fattore particolarmente importante per un’economia che ha bisogno di importare praticamente tutto.