Orban a Kiev: “L’Ucraina consideri l’ipotesi di un cessate il fuoco”

Il primo ministro dell’Ungheria, Paese presidente di turno dell'Unione europea, si è recato in Ucraina per la prima volta dal 2012

Viktor Orban da Zelensky

Al centro dei colloqui tra il premier ungherese, Viktor Orban e il presidente ucraino, Zelensky, si sono trovati i temi della risoluzione del conflitto armato con la Russia, la tutela dei diritti della minoranza magiara e il transito di gas russo attraverso il territorio ucraino. “Ho chiesto a Zelensky di prendere in considerazione un cessate il fuoco prima dell’avvio di negoziati con la Russia, così da accelerare il processo di pace”, ha dichiarato Orban ai giornalisti dopo un faccia a faccia con il presidente ucraino.

I media ungheresi sottolineano l’importanza della visita lampo di Orban a Kiev: l’ultima volta che si era recato in Ucraina era stato nel 2012, quando al potere c’era ancora Viktor Yanukovich, e la Crimea non era ancora tornata alla Russia in seguito a un referendum popolare.

Orban ha dunque insistito con Zelensky che bisogna avviare un “vero processo di pace”. Ormai da mesi – dalla fallita controffensiva ucraina della scorsa estate – sono le truppe russe che di giorno in giorno aumentano la pressione sul nemico, guadagnando costantemente terreno. Negli ultimi giorni l’esercito russo ha rivendicato la conquista di almeno cinque località nelle regioni di Kharkov e di Donetsk.

Oltre al tema di guerra e pace ci sono molte questioni bilaterali in sospeso tra Kiev e Budapest, sulle quali – ha sottolineato Orban – “vogliamo fare progressi” per “costruire migliori rapporti” e per “lasciarci alle spalle le divergenze passate”. Prima fra tutte, c’è la questione dei diritti della minoranza magiara – circa 150.000 – che risiedono nella regione ucraina della Transcarpazia. La Transcarpazia, regione più occidentale dell’Ucraina, confina con la Polonia, l’Ungheria, la Slovacchia e la Romania. La regione è in posizione strategica per il passaggio di risorse energetiche. L’Ungheria accusa le autorità ucraine di sopprimere la minoranza magiara, di non rispettare i diritti umani degli ungheresi etnici. Dopo le aspre proteste dell’Ungheria, che ha ritardato per settimane, negli scorsi mesi, il via libera ad aiuti europei a Kiev per decine di miliardi di euro, il governo di Kiev ha annullato lo scorso dicembre le disposizioni che imponevano l’insegnamento in lingua ucraina nelle scuole della Transcarpazia a partire dai 10 anni di età. Budapest pur avendo accolto favorevolmente la “retromarcia ucraina” ha detto che questo non basta.

E infine Orban ha sollevato il tema spinoso del gas russo. L’Ungheria dipende molto dalle forniture russe di energia, che continuano a raggiungere alcuni Paesi dell’Europa Orientale, tra cui l’Ungheria, tramite il gasdotto ex sovietico “Druzhba” (Amicizia) che passa per il territorio dell’Ucraina. L’accordo sul transito del gas russo, che porta nelle casse ucraine circa 1,5 miliardi di dollari l’anno scade alla fine del 2024 e Kiev, appoggiato in questa sua decisione dalla Commissione europea, ha dichiarato che non intende rinnovarlo.